L’Accademia svizzera delle scienze mediche (Assm) ha aggiornato le linee guida per le scelte da parte dei sanitari in caso di sovraccarico dei reparti
Se i reparti di terapia intensiva dovessero essere così pieni da dover costringere il personale sanitario a fare delle scelte, in futuro verranno presi in considerazioni anche criteri di ammissione come l’investimento previsto e la durata del trattamento. L’Accademia svizzera delle scienze mediche (ASSM) ha adeguato in questo senso le sue linee guida.
Si è proceduto all’aggiornamento perché - a differenza delle prime ondate pandemiche di Covid 19 - più pazienti giovani e precedentemente sani sono in terapia intensiva, precisa una nota odierna diffusa dall’ASSM e dalla Società svizzera di medicina intensiva (SSMI).
L’obiettivo delle linee guida in caso di “triage” rimane quello di prendere decisioni in caso di sovraccarico delle capacità in modo tale che sia salvato il maggior numero possibile di vite. Quello che viene esplicitamente menzionato in questa nuova versione è che anche l’investimento associato al trattamento intensivo dovrebbero essere preso in considerazione.
Se la prognosi per la sopravvivenza è la stessa, allora gli interventi che hanno probabilità di avere un effetto in tempi brevi hanno la precedenza su quelli più a lungo termine. Il primo e più importante criterio, rimane comunque la prognosi di sopravvivenza a breve termine.
I pazienti che hanno maggiori probabilità di trarre beneficio da un trattamento intensivo hanno la massima priorità. Età, sesso, disabilità, demenza, stato sociale o stato vaccinale non sono invece criteri utilizzabili in caso di triage, poiché violerebbero il divieto di discriminazione. Il rispetto del valore della vita di ogni individuo è uguale solo se non si fanno distinzioni sulla base delle opinioni, delle decisioni o delle azioni dell’individuo, si legge nelle linee guida dell’ASSM.