Svizzera

Marchesi: ‘Via il divieto di gare automobilistiche in circuito’

Il Consigliere nazionale Piero Marchesi ha depositato un’iniziativa parlamentare. Il divieto risale al 1955 in seguito al grave incidente a Le Mans

Il pilota svizzero di Formula E Sebastien Buemi, attraversa il centro di Berna su una macchina da corsa di Formula E durante uno show drive per promuovere il Julius Baer Swiss E-Prix 2019 (Keystone)
23 settembre 2021
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In Svizzera le gare automobilistiche di velocità in circuito sono vietate dal 1955, anno del ’disastro di Le Mans", il più grave incidente del mondo automobilistico con 84 vittime e 120 feriti fra gli spettatori investiti in pieno dalla vettura del pilota francese Pierre Levegh, anch’egli deceduto nella circostanza. Ora, 66 anni dopo, il consigliere nazionale Udc Piero Marchesi, con un’iniziativa depositata alle Camere federali, chiede che sia abrogato il relativo articolo 52 cpv.1 della Legge Federale sulla Circolazione Stradale (LCStr), che vieta, appunto, le gare su circuito salvo eccezioni decise dal Consiglio federale.

Secondo Marchesi, “in 66 anni l’evoluzione della sicurezza dei circuiti è imparagonabile a quella degli anni ’50, come d’altronde la sicurezza degli autoveicoli ha mosso passi da gigante“. Anche dal punto di vista ambientale, rileva il consigliere nazionale, "l’industria dell’automobile e degli autoveicoli in genere si è sviluppata, oltre che per la sicurezza, anche per quanto riguarda le emissioni”. A riprova di ciò, Marchesi cita "il largo utilizzo della motricità elettrica e ibrida ne è la dimostrazione. Molti campionati sportivi stanno passando dal motore termico a motori ibridi o addirittura elettrici”.

"I circuiti automobilistici presenti in quasi tutti i paesi hanno scopi sportivi, ma anche di educazione e aggiornamento alla guida. Infatti, sono occasione per gli automobilisti per allenarsi alla guida in condizioni di assoluta sicurezza, evitando di fare lo stesso esercizio sulle strade aperte al pubblico, causando un grave pericolo per i vari utenti della strada" conclude Marchesi.

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