Svizzera

Asilanti e identità, ok al controllo di cellulari e tablet

Anche il Consiglio degli Stati approva la revisione di legge che consente di accedere ai dispositivi dei richiedenti asilo senza documenti o che non cooperano

(Keystone)
15 settembre 2021
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Determinare l’identità di un richiedente asilo, senza documenti o che non coopera, giustifica un’intrusione, sebbene regolata e quale “ultima ratio”, nella sua sfera privata.

In casi specifici, insomma, dev’essere possibile accedere al suo cellulare, computer o tablet, come prevede una revisione di legge approvata oggi anche dal Consiglio degli Stati, al termine di un esame velocissimo del dossier, per 30 voti a 12. Il dossier è pronto per le votazioni finali.

La ricerca di dati nei cellulari o altri supporti deve avvenire col benestare del diretto interessato. Dovrebbe consentire di determinare l’identità della persona in questione, il Paese di provenienza e l’itinerario seguito per raggiungere la Svizzera.

Una minoranza di sinistra si è dissociata da una revisione che giudica sproporzionata e costosa. Ritiene anche poco efficace una simile possibilità concessa alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM).

La revisione della Legge sull’asilo adottata realizza un’iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Gregor Rutz (UDC/ZH), ispiratosi a una prassi in uso in Germania, ha ricordato a nome della commissione Marco Chiesa (UDC/TI).

La proposta, sostenuta anche dal Consiglio federale, è stata combattuta da una minoranza di sinistra che ha tentato anche la carta della non entrata nel merito, venendo però agevolmente superata da un emiciclo convinto della giustezza della revisione.

Come ricordato, l’analisi di cellulari e altri supporti può solo avvenire col consenso del diretto interessato. Ciò vale anche quando un richiedente asilo ha ottenuto una risposta negativa e deve venir allontanato dal Paese. Il plenum desidera anche che le autorità considerino ogni caso individualmente, tenendo conto del principio di necessità e proporzionalità, prima di far capo a questa procedura.

Le revisione di legge consente anche di controllare i dati personali di terzi qualora l’esame delle informazioni nel cellulare del diretto interessato abbiano dato esito negativo. Per le camere, in questo modo dovrebbe essere possibile, ricavare informazioni utili dalle persone che hanno accompagnato il richiedente nel suo viaggio, o su eventuali passatori. I dati raccolti potranno essere conservati per un anno.

Prima dell’esame particolareggiato della revisione, Hans Stöckli (PS/BE) ha criticato una revisione che s’intromette pesantemente nei diritti fondamentali delle persone e che non rispetterebbe sufficientemente i requisiti legali in materia di protezione dei dati.

Per la maggioranza, invece, i richiedenti asilo, come dice la legge attuale, hanno l’obbligo di cooperare con le autorità per determinare le ragioni della loro domanda e fare luce su chi sono e da dove vengono.

Solo così è possibile decidere con cognizione di causa se la persona in questione sia degna o meno di ottenere protezione. In caso contrario rischia di venir meno anche l’accettazione nella popolazione del diritto di asilo. Oggi l’80% dei richiedenti non dichiara la propria identità oppure non dispone di documenti.

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