Svizzera

Afghanistan, Gattiker: 'Serve aiuto, ma quello giusto'

Secondo il Segretario di Stato per la Migrazione al momento la Svizzera dovrebbe concentrarsi su aiuto umanitario in loco e cooperazione internazionale

(Keystone)
30 agosto 2021
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Riguardo la situazione in Afghanistan e le sofferenze per la popolazione locale, in particolare donne e bambine dopo il ritorno al potere dei Talebani, il segretario di Stato per la migrazione Mario Gattiker in un'opinione pubblicata su Az Medien e Le Temps sostiene che "d’è bisogno di aiuto e sostegno e la Svizzera, come tutti gli altri Stati che rispettano i diritti dell’uomo, è chiamata ad agire", ma che "la questione non è se dobbiamo fare qualcosa, bensì cosa fare". "Guardiamo alla situazione in Afghanistan con apprensione e preoccupazione" ha dichiarato Gattiker. Siamo vicini alla gente che vive nel Paese e si trova davanti a un futuro pieno di incertezze, in particolare le donne e le bambine". 

Riguardo le richieste, portate avanti "con insistenza", di evacuare un gran numero di persone da portare in Svizzera, il segretario per la migrazione replica che "l’idea di evacuare folti gruppi di persone è destinata a fallire già a causa della realtà in loco". Gattiker sottolinea lo sforzo fatto dalla Svizzera, che "ha fatto di tutto per portare al sicuro i propri cittadini, i collaboratori locali della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e le loro famiglie nonché alcune persone direttamente minacciate", garantendo protezione a più di 300 persone. "Tuttavia, nel frattempo per gli Stati occidentali non è più possibile evacuare direttamente dall’Afghanistan le persone perseguitate" osserva Gattiker che, riferendosi alle persone che si recano all'aeroporto di Kabul o alle frontiere con l'Iran o il Pakistan, dichiara: "non dovremmo incitarli a fare questo passo con false speranze", sottolineando come con tali azioni esse si mettano in pericolo di vita.

Gattiker contesta inoltre la richiesta di accogliere migliaia di rifugiati afghani dai Paesi limitrofi nell'ambito del programma di reinsediamento, Gattiker dichiarando che essa "non ha senso per ragioni di principio", poichè nonostante "queste persone vivono in parte in condizioni per noi difficilmente immaginabili, come anche molti altri profughi in altre regioni, la loro vita e integrità fisica non sono direttamente minacciate".

L'idea del responsabile della SEM è quella che occorra portare al sicuro "profughi che sono fuggiti da regioni di crisi e hanno bisogno di una protezione durevole". Al proposito, Gattiker ricorda che, in collaborazione con l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati (ACNUR), dal 2013 la Svizzera ha accolto più di 5000 rifugiati nell’ambito del reinsediamento, la maggior parte di loro donne, bambini e famiglie fuggite dalla Siria che vivevano in condizioni assolutamente precarie e che per i prossimi due anni, il Consiglio federale ha autorizzato ulteriori 1900 posti. Il programma di reinsediamento, inoltre, può essere in qualsiasi momento adeguato da parte del Consiglio Federale su richiesta dell’ACNUR, d’intesa con i Cantoni e con altri Stati occidentali. "In occasione di simili operazioni internazionali la Svizzera si è sempre dimostrata solidale e ha sempre mantenuto le sue promesse" ricorda Gattiker

Riguardo l’agevolazione del rilascio dei visti per cittadini afghani che hanno parenti in Svizzera, Gattiker ritiene che neppure essa sia "un’idea convincente", seppur "chiesta da diverse cerchie", in quanto di essa usufruirebbero soprattutto le persone che già vivono relativamente sicure fuori dall’Afghanistan. "È chiaro che il nostro sistema d’asilo è aperto a tutte le persone che fanno valere di essere perseguitate" sottolinea il Segretario di Stato per la Migrazione che ricorda che la Svizzera dal 2011 ha concesso l’asilo o l’ammissione provvisoria a più di 120 000 persone, tra cui quasi 20 000 cittadini afghani, distinguendosi come il Paese che nel 2020 in Europa ha registrato la quota di protezione più alta per i richiedenti l’asilo dall’Afghanistan.

"La Svizzera ha l’obbligo di aiutare e la Svizzera si assume questa responsabilità. Forniamo ciò che al momento è più importante e sensato: l’aiuto umanitario in loco", dichiara Gattiker. "Il nostro Paese sostiene organizzazioni internazionali quali la Croce Rossa internazionale o l’ACNUR, che continuano a essere presenti in Afghanistan e eseguono compiti importanti a favore della popolazione locale. In Afghanistan vi sono più di tre milioni di sfollati interni. Per loro sono a disposizione più di 11 milioni di franchi. Ma la Svizzera fornirà aiuto anche in Pakistan e Iran. Nei prossimi anni la DSC e la SEM sosterranno ampi progetti dell’ACNUR e di organizzazioni non governative locali a favore della comunità di rifugiati afghani".

"L’Afghanistan ha bisogno di aiuto – ma di quello giusto" è la chiosa del Segretario di Stato. Per Gattiker, ciò che è fattibile "nell’attuale situazione confusa" e su cui la Svizzera si concentra è aiuto umanitario in loco e cooperazione internazionale. "Si tratta di un aiuto più efficace per la gente in Afghanistan rispetto a proclamazioni che suscitano false speranze perché non sono realizzabili" conclude Gattiker.

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