Secondo il dossier presentato a Berna servono aumenti diversificati nel 2022 privilegiando sanità ed edilizia
Salari più alti sono importanti per superare l'attuale crisi. Ne è convinta l'organizzazione sindacale Travail.Suisse, che per il 2022 sollecita aumenti diversificati a seconda del settore: più forti per l'edilizia e la sanità, meno per la ristorazione.
Secondo Travail.Suisse - che ha presentato a Berna assieme a Syna e a Hotel & Gastro Union le rivendicazioni salariali per il prossimo anno - il calo del numero di infezioni da Covid-19 e il rapido aumento del tasso di vaccinazione hanno permesso negli ultimi mesi di perseguire una strategia di apertura che ha migliorato notevolmente la situazione economica. Ora anche i dipendenti dovranno partecipare a questa ripresa: bisogna incrementare il loro potere di acquisto.
La Seco prevede per l'anno in corso una crescita del PIL del 3,6%. Questo compenserebbe più che bene la flessione economica dell'anno scorso dovuta alla pandemia: si è insomma tornati nuovamente al "livello pre-crisi", ma vi sono grandi differenze a seconda del settore. "Avanzare richieste salariali generali non è la soluzione appropriata: in questo momento è più che mai necessaria un'azione differenziata", si legge in una nota congiunta diffusa in occasione della conferenza stampa.
Concretamente ciò significa, tra le altre cose, che gli aumenti salariali saranno probabilmente rari nel settore della ristorazione, che è stato colpito duramente dalla pandemia di coronavirus. "Possiamo solo sperare che il settore esca più forte dalla crisi dopo la riforma strutturale in corso, in modo che i salari e le condizioni di lavoro possano gradualmente migliorare", spiega Urs Masshardt, direttore dell'Hotel & Gastro Union.
Sull'altro fronte vi è l'industria delle costruzioni, che ha superato la crisi in gran parte indenne. Qui, gli aumenti salariali sono possibili e necessari, hanno enfatizzato i sindacati.
Dall'inizio della pandemia, la situazione spesso precaria del settore sanitario è stata ripetutamente portata all'attenzione pubblica e ciò si riflette anche nelle richieste avanzate dai sindacati. La carenza di personale qualificato è acuta, "e i salari hanno ristagnato troppo negli ultimi anni", sottolinea Mathias Regotz, responsabile della politica contrattuale di Syna, citato nella nota.
Anche le paghe nel commercio al dettaglio sono stati mantenuti a livelli troppo bassi per anni. "In questi settori ci dovranno essere assolutamente aumenti salariali dal tre al quattro per cento".
I peggiori scenari per il mercato del lavoro ventilati nella fase acuta della crisi non si sono concretizzati, tuttavia, la disoccupazione è ancora di circa un terzo superiore a prima della crisi: vi sono 35'000 senza lavoro in più. Inoltre, molti dipendenti hanno dovuto rinunciare a una parte del loro reddito a causa del lavoro ad orario ridotto. E l'inflazione crescente sta mettendo in pericolo il loro potere d'acquisto.
"Un adeguamento generale del costo della vita per tutti i dipendenti è necessario per mantenere il potere d'acquisto e sostenere il consumo privato", rileva Gabriel Fischer, responsabile della politica economica di Travail.Suisse. Gli aumenti in busta paga sono quindi importanti anche per superare più rapidamente la crisi.
Un grande bisogno di azione c'è pure per quanto riguarda gli stipendi delle donne. La legge riveduta sulla parità dei sessi esige un'analisi della parità salariale delle aziende con più di 100 dipendenti, tuttavia non vi sono controlli in materia. Travail.Suisse e gli altri sindacati hanno creato una piattaforma per garantire una maggiore trasparenza e chiedono a tutte le aziende di dimostrare che rispettano le disposizioni della legge.