Il 26 settembre si vota per decidere se garantire alle coppie Lgbtq+ gli stessi diritti di quelle eterosessuali, adozione e fecondazione assistita incluse
Un atto dovuto che rimette la Svizzera al passo coi diritti riconosciuti in gran parte del mondo libero, secondo i favorevoli; il pericoloso superamento della famiglia tradizionale e un colpo inferto all’infanzia, secondo i contrari. La votazione del 26 settembre sul ‘Matrimonio per tutti’ – in risposta alle modifiche di legge sostenute dal Parlamento e dal Consiglio federale – è oggetto di un dibattito spesso aspro. Vediamo di riassumere le argomentazioni pro e contro.
Di cosa parliamo?
La modifica di legge estende il diritto di matrimonio alle coppie omosessuali, per le quali ora era prevista invece l’unione domestica registrata (introdotta nel 2007). In pratica sono tre i cambiamenti principali per le unioni dello stesso sesso: l’accesso alla naturalizzazione agevolata per un partner straniero sposato con uno svizzero, la possibilità di adottare un bambino e quella per coppie lesbiche di concepirlo tramite donazione dello sperma da parte di terzi.
Perché il referendum?
Dopo l’approvazione della modifica di legge da parte del Parlamento, tre comitati composti perlopiù da rappresentanti della destra hanno raccolto più delle 50mila firme necessarie per rimetterla in discussione alle urne.
Cosa succede se vince il sì?
In concreto, la moglie o il marito straniero di una persona dello stesso sesso potrà accedere alla naturalizzazione agevolata, quindi ottenere la nazionalità dopo aver risieduto in Svizzera per 5 anni invece di 12, proprio come accade oggi per gli eterosessuali sposati. Due uomini potranno adottare un figlio, due donne potranno anche accedere alla fecondazione tramite donazione di sperma. È garantito per il concepito il diritto di conoscere il padre biologico una volta divenuto maggiorenne. Rimane vietata la donazione anonima di sperma, come pure la donazione di ovuli e la maternità sostitutiva. Chi è già unito in unioni registrate le potrà convertire in matrimonio o restare alla situazione corrente, mentre non sarà più possibile registrare nuove unioni di questo tipo.
Secondo i promotori del referendum la modifica di legge sancirebbe la perdita per i più piccoli del diritto a una famiglia con un padre e una madre, figure giudicate complementari e insostituibili l’una dall’altra. Secondo questa visione la famiglia è il risultato naturale della riproduzione tra un uomo e una donna, ed è con questa ‘definizione’ in mente che va letto anche quanto prescritto in merito dalla Costituzione.
Chi sostiene la modifica – maggioranza del Parlamento e Consiglio federale inclusi – ritiene che le coppie omosessuali debbano avere gli stessi diritti di quelle eterosessuali, incluso quello a ‘metter su famiglia’. Occorrerebbe dunque superare le discriminazioni specie in materia di accesso alla cittadinanza, all’adozione e alla fecondazione assistita.
Chi è a favore del ‘Matrimonio per tutti’?
Consiglio federale, maggioranza del Parlamento, la stragrande maggioranza delle associazioni in difesa dei diritti Lgbtq+, ma anche la maggioranza all’interno di tutti i partiti di governo – tranne l’Udc –, dei Verdi, dei Verdi liberali. Favorevole anche la Federazione delle Chiese evangeliche della Svizzera.
Chi è contrario?
Comitati referendari promossi da esponenti di Ppd/Alleanza di centro, Unione democratica federale, Partito evangelico svizzero e Udc, ma anche la Conferenza dei vescovi svizzeri e la Rete evangelica svizzera.
E il mondo dove va?
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso – come nella maggior parte dei casi l’adozione e la maternità/paternità – è consentito in 29 Paesi al mondo, 16 dei quali in Europa (i primi, nel 2001, furono i Paesi Bassi): tra gli altri Spagna, Francia, Germania, Paesi scandinavi, Austria, Belgio, Inghilterra e Irlanda. Il matrimonio omosessuale è riconosciuto anche in tutto il Nordamerica, buona parte del Sudamerica, in Sudafrica e in Oceania.