Svizzera

Consiglio federale discute sui nuovi aerei da combattimento

Non solo valutazione tecnica e costi, ma soprattutto considerazioni politiche guideranno la scelta

Aerei da guerra durante l'esercitazione Iniochos 2021 (Keystone)
30 giugno 2021
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Nella sua ultima seduta prima delle vacanze estive, il Consiglio federale discute oggi l'acquisto dei nuovi aerei da combattimento. L'attenzione si concentrerà probabilmente non solo sulla valutazione tecnica e sui costi, ma soprattutto su considerazioni politiche.

La scorsa settimana, diversi media svizzero tedeschi hanno riferito che il caccia F-35 Lightning, della statunitense Lockheed Martin, sarebbe arrivato in testa al processo di valutazione effettuato da Armasuisse. Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (Ddps) non ha rilasciato commenti.

I requisiti per i nuovi aerei da combattimento sono noti. In futuro quattro velivoli dovranno essere costantemente a disposizione per un periodo di quattro settimane per la protezione dello spazio aereo. In caso di attacco armato, le forze aeree dovranno essere contemporaneamente in grado di effettuare ricognizioni aeree e combattere obiettivi a terra.

Oltre all'F-35, in corsa ci sono anche l'F/A-18 Super Hornet della Boeing (Usa), il Rafale della Dassault (Francia) e l'Eurofighter, di un consorzio europeo con sede in Germania. Il Gripen E del produttore svedese Saab si è invece ritirato dalla corsa nel giugno 2019.

Voto risicato per i nuovi caccia

L'acquisto di aerei da combattimento è da sempre una questione politicamente molto discussa in Svizzera. Particolarmente controversa nel recente passato è stata l'acquisizione degli F/A-18 Hornet. Dopo il "no" uscito dalle urne nel 2014 per l'acquisto del Gripen, il Consiglio federale ha lanciato il progetto "Air2030".

Nel marzo 2018, il Consiglio federale ha deciso di lasciare al popolo solo la decisione di principio sull'acquisto, ma non sul tipo di aereo. Un anno e mezzo più tardi il Parlamento ha approvato un Decreto federale che permette l'acquisto di nuovi aerei da combattimento per un importo massimo di 6 miliardi di franchi e stipula che il 60 per cento del prezzo di acquisto sia realizzato come contropartita in Svizzera.

Il referendum lanciato dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE), il PS e i Verdi è fallito di misura nel settembre 2020, raccogliendo il 49,9% di "no": a fare la differenza sono state meno di 9000 schede.

La valutazione tecnica è solo un aspetto

In un'intervista alla "Neue Zürcher Zeitung" dello scorso maggio, la consigliera federale Viola Amherd, a capo del Ddps, ha fatto sapere che i risultati delle valutazioni degli aerei da parte degli esperti saranno resi pubblici. La Amherd ha inoltre precisato che il rapporto tra costi e benefici è l'elemento principale alla base della decisione.

Gli articoli di stampa della scorsa settimana danno per scontato che l'F-35 sia risultato di gran lunga il migliore nella valutazione. Il Consiglio federale dovrebbe fornire oggi le precisazioni del caso.

Sul piano interno, la scelta di un aereo americano rischia di scontrarsi con l'opposizione del GSsE, del PS e dei Verdi, che hanno minacciato di lanciare un'iniziativa popolare. Resta tuttavia ancora da vedere quali saranno le conseguenze sul processo per l'acquisto dei nuovi caccia.

È inoltre probabile che il Consiglio federale tenga conto anche di altri aspetti nella sua decisione. La scelta di un aereo europeo potrebbe ad esempio migliorare le relazioni tese con l'Ue dopo il fallimento dell'accordo quadro. La scelta di un produttore americano potrebbe d'altra parte aprire la strada a un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti.
 
 

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