Svizzera

Legge sul CO2, l’Usam presenta la sua ricetta

Bisogna puntare su flessibilità e incentivi, sostiene l’associazione delle Pmi. Gli ‘efficaci strumenti’ esistenti vanno mantenuti ed estesi.

Il presidente dell’Usam Fabio Regazzi
(Keystone)
23 giugno 2021
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Berna – Dopo la bocciatura alle urne della legge su CO2, l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) chiede un nuovo testo basato su flessibilità e incentivi. Gli "efficaci strumenti" esistenti vanno mantenuti ed estesi.

Il 13 giugno la revisione della legge è stata affossata "a causa dell'aumento dei costi e dei prezzi che avrebbe comportato e dei meccanismi di ridistribuzione previsti", ha affermato oggi in una conferenza stampa a Berna il presidente dell'USAM e consigliere nazionale ticinese dell'Alleanza del Centro Fabio Regazzi.

Obiettivo 2030 raggiungibile

"Una politica climatica di successo" deve invece basarsi "sui principi dell'efficacia, della redditività, della sussidiarietà e della flessibilità", ha sostenuto Regazzi in base al testo scritto del suo discorso. Ma questa flessibilità mancava nel testo respinto una decina di giorni fa.

Con le proposte dall'organizzazione mantello delle piccole medie imprese (PMI) può essere raggiunto l'obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 50% entro il 2030 rispetto al 1990. Al contempo vengono però evitati "i massicci aumenti dei costi e le sovvenzioni contestati dal popolo".

Prioritarie le convenzioni sugli obiettivi

Un punto centrale sono le cosiddette "convenzioni sugli obiettivi", che hanno permesso all'economia di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Confederazione per il 2022 già nel 2018, ha spiegato il direttore dell'USAM Hans-Ulrich Bigler. Esse congiungono protezione del clima e redditività e rappresentano la misura di riduzione delle emissioni più importante della Svizzera, con grande potenziale. Questi programmi per l'incremento dell'efficienza energetica - si legge in un comunicato - devono essere estesi, semplificati e aperti a tutti i settori e a tutte le aziende, senza lacune.

Per gli edifici serve un "obiettivo di riduzione separato", da attuare tramite un sistema per la promozione dell'efficienza energetica come quello per le imprese. Inoltre va portato avanti il programma immobiliare dei Cantoni.

L'USAM si dice contraria a una tassa sui biglietti aerei e un'ulteriore tassa sui carburanti. E la tassa sul CO2 sui combustibili per ora deve restare invariata a 120 franchi per tonnellata di anidride carbonica. Mentre il sistema di compensazione per i carburanti deve essere mantenuto ed esteso, soprattutto al settore degli immobili, ha spiegato ancora Bigler. Queste misure sono "molto efficaci, molto più economiche e comportano minore ridistribuzione".

Per quanto riguarda le disposizioni in materia di CO2 per i veicoli, l'USAM chiede un "adeguamento proporzionato" all'Unione europea tenendo conto delle peculiarità della Svizzera, ad esempio la sua topografia. Per gli stessi veicoli bisogna ricorrere a "misure le più flessibili possibile", considerando anche i sistemi di propulsione alternativi e più innovativi.

Quanto alla ricerca e lo sviluppo, non servono altri fondi o meccanismi di ridistribuzione, scrive l'USAM. Bisogna invece semplificare i progetti finanziati dalla Confederazione e orientarli al trasferimento di tecnologie e tecniche, coinvolgendo le PMI.

Inoltre le procedure di autorizzazione per investimenti ecologici vanno accelerate e semplificate e accompagnate da incentivi fiscali. L'organizzazione respinge invece "regolamenti per la gestione dei flussi finanziari" in quanto comportano minori entrate e maggiori oneri amministrativi soprattutto nella previdenza vincolata.

Infine la Svizzera deve rafforzare "il suo impegno a favore dei meccanismi di mercato e di trasferimento previsti dall'accordo di Parigi". Ciò comprende tra l'altro la rete di dichiarazioni d'intenti e programmi pilota come quelli già conclusi dalla Confederazione ad esempio con il Perù, il Ghana e la Thailandia.

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