Svizzera

Banche svizzere e clima, le pagelle del Wwf

Gli istituti hanno compiuto progressi, ma resta ancora parecchio da fare. Insufficiente la performance nelle attività di investimento e finanziamento.

Zurigo, 13 febbraio 2020: attivisti protestano davanti alla sede del Credit Suisse
(Keystone)
31 maggio 2021
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Zurigo – Le banche svizzere hanno fatto progressi in materia di sostenibilità, ma l'attuazione degli obiettivi climatici previsti dagli accordi di Parigi non è ancora ancorata nella loro attività: lo sostiene uno studio realizzato da Wwf insieme alla società di consulenza PwC, che dà i voti a 15 istituti.

Tutte le società analizzate sono attivamente impegnate sul fonte del clima, dell'ambiente e della socialità, si legge in un comunicato odierno di Wwf. Le banche si concentrano però sull'impatto ambientale delle loro operazioni commerciali, mentre poche hanno adottato obiettivi e provvedimenti concreti per il fulcro della loro azione, cioè l'attività di investimento e finanziamento. Le soluzioni di credito che promuovono e finanziano progetti specificamente sostenibili sono ancora una rarità, scrive l’organizzazione ecologista.

Opacità 

La gamma di prodotti e servizi sostenibili è stata ampliata, ma il modo in cui i fattori ecologici sono presi in considerazione varia ampiamente: i clienti spesso non si trovano ancora di fronte alla trasparenza necessaria per prendere decisioni di investimento informate.

Sulla base dell'analisi la ricerca ha diviso le 15 principali banche svizzere attive nel comparto retail (quello che comprende i servizi di base e che interessa una vasta clientela non particolarmente ricca) in cinque categorie. Viene fatta la differenza fra istituti visionari (nessuno fra quelli considerati), pionieri (nessuno), inseguitori (Credit Suisse, Ubs, Raiffeisen, nonché le banche cantonali di Zurigo, Berna, Basilea e Basilea Campagna), gruppo centrale (PostFinance, Migros, Valiant, nonché le banche cantonali di Grigioni, Vaud e San Gallo) e ritardatari (banche cantonali di Argovia e Lucerna).

Anche nella precedente edizione del rating (risalente al 2016/2017) non vi erano state società inserite nelle prime due classi, quelle dei visionari e dei pionieri. Sono però stati fatti passi avanti in vari comparti.

‘Grande potenziale’

"I risultati dello studio dimostrano che esiste un grande potenziale per gli istituti finanziari di differenziarsi, attraverso una maggiore integrazione dei criteri di sostenibilità, dando un contributo efficace all'attuazione di intese internazionali come l'accordo di Parigi", afferma il presidente della direzione di PwC Svizzera Andreas Staubli, citato nel comunicato. "Da una banca di base ci aspettiamo che trovi un giusto equilibrio a lungo termine tra gli interessi ambientali, sociali ed economici", osserva da parte sua il Ceo di Wwf Svizzera Thomas Vellacott, pure citato nella nota.

Nuovi obblighi

Banche e assicurazioni devono informare adeguatamente il pubblico riguardo ai rischi legati ai cambiamenti climatici: lo impone la Finma, l'autorità elvetica di vigilanza dei mercati finanziari, che ha adeguato due circolari in materia.

Dal primo luglio gli istituti saranno tenuti a descrivere i principali rischi finanziari in correlazione al clima e il loro influsso sulla strategia commerciale, sul modello operativo e sulla pianificazione finanziaria, spiega l'organismo in un comunicato odierno. Le informazioni richieste dovranno essere di natura qualitativa e quantitativa.

La Finma basa le sue norme - che per il momento concernono solo le società più grandi: un'estensione a quelle medie e piccole sarà valutata - sulle raccomandazioni emanate dalla Task Force on Climate-related Financial Disclosures (Tcfd). Questo è un organo creato nel 2015 dal Financial Stability Board (Fsb, organismo internazionale promosso per ridurre il rischio di crisi finanziarie) con l'obiettivo di far sì che gli investitori siano informati sui rischi e le opportunità legati al clima.

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