Svizzera

Accordo quadro, Commissione esteri: necessario compromesso

La Commissione politica estera al Nazionale chiede al Governo di adattare il mandato per i negoziati e illustrare le conseguenze di un mancato accordo con l'Ue

Il presidente della Confederazione Guy Parmelin e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (Keystone)
17 maggio 2021
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Interrompere i negoziati sull'accordo quadro fra la Svizzera e l'Ue è fuori discussione. La Commissione di politica estera del Nazionale (CPE-N), al termine di una riunione straordinaria, ha chiesto al Consiglio federale di adattare il mandato negoziale della segretaria di Stato Livia Leu in modo che sia possibile raggiungere un compromesso.

La Commissione aveva invitato cinque consiglieri federali ad illustrare le conseguenze di un rifiuto dell'accordo quadro su vari dossier. Alla riunione erano presenti però solo il ministro degli esteri Ignazio Cassis e il presidente della Confederazione Guy Parmelin.

"Interrompere i negoziati non è un'opzione se non c'è un concetto di come gli accordi bilaterali possano essere portati avanti", ha detto ai media a Palazzo federale Tiana Angelina Moser (Verdi liberali/ZH), presidente della CPE-N.

Una netta maggioranza della commissione vuole che il Consiglio federale adattati il mandato negoziale e renda possibile un compromesso sull'accordo quadro. Il mandato dovrebbe essere basato su principi, non su regole, e non dovrebbe essere troppo limitato in modo che siano possibili soluzioni. La minoranza ritiene invece che non ci sia bisogno di un accordo istituzionale o che sia di competenza unicamente del Consiglio federale.

La CPE-N ha inoltre chiesto all'unanimità che il governo fornisca una "documentazione completa" delle conseguenze della sospensione o della rottura dei negoziati con l'UE. Abbiamo ricevuto risposte molto concrete dal Consiglio federale sulle implicazioni di un fallimento dell'accordo quadro, ha spiegato Moser. Anche per quanto riguarda l'accordo sull'elettricità, la commissione ha ottenuto informazioni. Su altri dossier invece non ha ricevuto risposte.

"L'opinione pubblica deve essere informata delle conseguenze della rottura dei negoziati" e il Consiglio federale finora non l'ha fatto. La Commissione non ha ottenuto tutte le informazioni che sperava, nemmeno nel corso della riunione straordinaria.

La CPE-N ha ricordato al Consiglio federale che il consolidamento della via bilaterale è uno degli obiettivi di politica estera e ha insisto sulla ricerca di una soluzione. Vi è infatti il timore che il fallimento dei negoziati possa avere conseguenze negative su altri dossier.

Il Consiglio federale e l'amministrazione sono consapevoli dei rischi potenziali di una rottura dei negoziati, ha detto il vicepresidente della commissione Laurent Wehrli (PLR/VD). Il governo cerca una soluzione "lungo le linee rosse". La decisione su come procedere è attesa nei prossimi giorni o settimane.

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