Svizzera

Uno scudo protettivo per lo zucchero svizzero

Dazio minimo di 70 franchi ancorato nella legge, incentivi per la coltivazione di barbabietole bio: il Nazionale vuole sostenere la produzione nazionale.

Prezzi in discesa da qualche anno
(Keystone)
3 maggio 2021
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Berna – Occorre prendere misure per garantire il futuro dell'industria dello zucchero svizzera, sotto pressione a causa della concorrenza estera. È l'opinione del Consiglio nazionale che ha adottato oggi con 117 voti contro 20 una modifica della Legge sull'agricoltura (LAgr). Punto cardine della riforma è una maggiore protezione del mercato interno dalle importazioni.

"La produzione elvetica di zucchero è in pericolo di morte", ha affermato Pierre-André Page (Udc/Fr). Negli ultimi due decenni la superficie agricola coltivata a barbabietola da zucchero è passata da 20 mila a 16 mila ettari, ha ricordato Markus Ritter (Ppd/Sg).

I Verdi, il Pvl e la maggioranza del Plr, come il Consiglio federale, avevano chiesto la non entrata in materia sulla revisione della LAgr. Il mercato dello zucchero evolve in modo molto rapido e per questo motivo è più opportuno che la questione continui ad essere regolata a livello di ordinanza, ha sostenuto Regula Rytz (Verdi/Be).

"Perché trattare differentemente lo zucchero rispetto ad altri settori agricoli?", si è chiesto Beat Walti (Plr/Zh). Lo zucchero biologico importato ha un bilancio ecologico migliore di quello elvetico ottenuto ricorrendo ai pesticidi, ha aggiunto Roland Fischer (Pvl/Lu). Con 101 voti contro 79 e 8 astenuti, la Camera ha però deciso di entrare in materia.

Sotto pressione dal 2017

Il settore è sotto pressione da quando nel 2017 l'Ue ha liberalizzato la quantità di produzione e soppresso le limitazioni all'esportazione. A causa di tale decisione, i prezzi dello zucchero sul mercato europeo sono drasticamente diminuiti.

Questa evoluzione si è ripercossa anche sul prezzo dello zucchero in Svizzera, che ha ancora dovuto fare i conti con il franco forte. Nel 2018 il Consiglio federale è corso ai ripari adottando a livello d'ordinanza misure temporanee - come l'introduzione di dazio minimo di 70 franchi per tonnellata di zucchero importata - per dare la possibilità al settore di migliorare ulteriormente la sua competitività.

Tali provvedimenti giungono a scadenza quest'anno. Per questo motivo, la Commissione dell'economia e dei tributi (Cet-N), su impulso di Jacques Bourgeois (Plr/Fr), ha elaborato una revisione legislativa che mira a sancire nella LAgr il dazio minimo attualmente presente solo a livello di ordinanza.

Christian Wasserfallen (Plr/Be) ha da parte sua chiesto di rinunciare a questo dazio che penalizza l'industria agroalimentare svizzera. Serve solo a riempire le casse dello Stato, ha aggiunto Beat Walti. Anche il governo era contrario, ma per altri motivi: per Guy Parmelin è più opportuno inserire l'ammontare di tale dazio a livello di ordinanza invece che di legge. Il plenum, con 109 voti contro 73 e 4 astenuti, gli ha però dato torto.

Puntare sulle barbabietole bio

La legge contiene poi una misura per promuovere la produzione ecologica di barbabietole da zucchero. Per farlo la Cet-N ha proposto di ridurre da 2'100 a 1'500 franchi per ettaro all'anno il contributo per le barbabietole prodotte secondo il sistema convenzionale.

Quale contropartita, la commissione ha previsto un supplemento di 700 franchi per ettaro all'anno sul contributo per colture singole a favore delle barbabietole da coltivazione biologica e un corrispondente supplemento di 500 franchi per le barbabietole prodotte senza impiego di fungicidi e insetticidi.

Una minoranza commissionale avrebbe voluto mantenere il contributo agli attuali di 2'100 franchi per ettaro all'anno e proponeva un supplemento di 200 franchi per le barbabietole coltivate secondo le esigenze dell'agricoltura biologica o della produzione integrata. Se si vuole mantenere la produzione in Svizzera è necessario mantenere invariata la sovvenzione poiché le coltivazioni bio non sono una risposta adeguata alla problema, ha sostenuto Pierre-André Page.

Alla fine il plenum ha adottato con 155 voti contro 29 e 2 astenuti, una via di compromesso proposta da Martina Munz (Ps/Sh). Il contributo rimarrà così a 2'100 franchi per ettaro per i prossimi cinque anni, poi scenderà ai 1'500 previsti. In questo modo si avrà abbastanza tempo per sviluppare nuove varianti di barbabietole, ha sostenuto la sciaffusana.

Il futuro è ecologico

Il plenum ha poi adottato, con 166 voti contro 20 e una astensione, una mozione della Cet-N che mira a promuovere ulteriormente la coltura ecologica di barbabietole da zucchero. Se anche gli Stati adotteranno l'atto parlamentare, l'esecutivo sarà chiamato ad agire attraverso i pagamenti diretti. Dovrà anche destinare fondi supplementari alla ricerca.

Il dossier - la revisione della LAgr e la mozione - passa all'esame del Consiglio degli Stati.

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