Svizzera

Grandi eventi in Svizzera, organizzatori ‘assicurati’

Il Consiglio federale concretizza lo ‘scudo di protezione’ voluto dal Parlamento. Confederazione e cantoni dovrebbero coprire una parte dei costi scoperti.

Un’estate con grandi eventi (forse)
(Keystone)
28 aprile 2021
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Lo prevede l’articolo 11a della legge Covid-19 voluto questa primavera dal Parlamento; lo ha concretizzato in una nuova ordinanza (in consultazione fino al 10 maggio) il Consiglio federale: stiamo parlando dello ‘scudo protettivo’ (Alain Berset: «una sorta di assicurazione») del quale beneficeranno gli organizzatori dei grandi eventi se questi – dopo aver ricevuto il nullaosta del/dei cantone/i interessato/i (vedi articolo a lato) – non potranno aver luogo o dovranno essere rinviati a causa della situazione epidemiologica. 

Il diritto all’indennità scatta solo se il cantone ha autorizzato l’evento e l’abbia assoggettato allo ‘scudo’. La manifestazione dev’essere di importanza sovracantonale (pubblico proveniente non solo dal cantone dove ha luogo) e attirare almeno mille persone al giorno. Le condizioni sono a prima vista piuttosto impegnative. Per ogni evento l’organizzatore assume infatti i costi non coperti in ragione di una franchigia di 30mila franchi più il 20% del rimanente. Se i cantoni assumono metà del restante 80%, la Confederazione fa altrettanto. La loro partecipazione ai costi può ammontare al massimo a cinque milioni di franchi per evento. Il Consiglio federale propone al Parlamento a questo proposito un credito di 150 milioni.

Lo ‘scudo’ si applica agli eventi previsti tra il 1. giugno 2021 e il 30 aprile 2022. Solo in tre cantoni (Sciaffusa, Vallese e Vaud) esiste già una base legale che permetta di attuarlo. Gli altri dovranno darsi da fare per elaborarne una.

Un’esercizio che si rivelerà inutile se la base legale – la legge Covid-19, contro la quale è stato lanciato con successo un referendum – cadrà in votazione popolare il prossimo 13 giugno. In una conferenza stampa a Berna, Guy Parmelin ieri ne ha sottolineato «l’importanza». In gioco vi è «il futuro di aziende e posti di lavoro», nonché la «fiducia» nella piazza economica svizzera. «Un ‘no’ avrebbe conseguenze gravi per l’intero Paese», ha detto il presidente della Confederazione. «Sarebbe un colpo per chi crede che queste manifestazione abbiano, oltre a un valore culturale, anche una valenza politica ed economica», dice alla ‘Regione’ il presidente del Locarno Film Festival Marco Solari.

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