Svizzera

L'Ufsp: nessuna preoccupazione per la 'variante svizzera'

Dal momento che la proporzione della variante elvetica è in calo rispetto a quella britannica, si può supporre che essa non sia così contagiosa

(Ti-Press)
26 aprile 2021
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Non c'è motivo di preoccuparsi della cosiddetta "variante svizzera" del coronavirus. È quanto indica l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), dopo che sabato le agenzie di stampa italiane ANSA e ADNKRONOS avevano rivelato l'esistenza di un primo caso di questa mutazione elvetica del Covid-19 (B.1.1.39) in Piemonte.

L'identificazione della "variante svizzera" è avvenuta da parte del laboratorio dell'Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) di Candiolo su un uomo di 57 anni, residente nella provincia torinese, che aveva già contratto il Covid-19 lo scorso mese di novembre e che è stato testato in quanto contatto di caso positivo. Stando ad ANSA e ADNKRONOS, il contagiato al momento sta bene e non presenta sintomi di rilievo.

Si tratta della quarta mutazione virale del Covid-19 riscontrata fino ad ora in Piemonte, dopo le varianti inglese - che rimane la prevalente, con una percentuale di diffusione superiore al 90% -, brasiliana e sudafricana, precisano le agenzie italiane.

"Non v'è motivo di agire ora"

Contattato da Keystone-ATS, l'UFSP ha risposto oggi che la variante B.1.1.39 è già apparsa nell'aprile 2020 e non si è diffusa in Svizzera o altrove. Dal momento che la proporzione della variante elvetica è in calo rispetto a quella britannica, si può supporre che essa non sia così contagiosa. Di conseguenza, per il momento, non v'è motivo di agire contro la B.1.1.39.

In Italia, sembra che vi sia stata una reinfezione con questa variante. Tali reinfezioni sono occasionali e i casi isolati non sono preoccupanti, stando all'UFSP.

La variante B.1.1.39 è chiamata "svizzera" perché è nella Confederazione che questa mutazione del coronavirus è stata individuata più di frequente. Stando alla banca dati "Phylogenetic Assignment of Named Global Outbreak LINeages" (Pangolin), istituita in Gran Bretagna e che riunisce tutte le varianti note del Sars-CoV-2, il 69% di tutte le infezioni con questa variante sono avvenute in Svizzera. Il secondo Paese più toccato è la Germania, con il 14%.
 
 

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