Svizzera

Commissione esteri: i negoziati con la Ue devono proseguire

Così ha votato la Commissione politica estera del Nazionale nonostante il nulla di fatto di venerdì scorso tra l'Ue e la Svizzera sull'accordo istituzionale

(Keystone)
26 aprile 2021
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Nonostante il nulla di fatto di venerdì scorso tra l'Ue e la Svizzera sull'accordo istituzionale, i negoziati devono proseguire.

È l'opinione della Commissione di politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N) che, per 17 voti a 8, ha espresso la volontà di sostenere il Consiglio federale nei suoi sforzi volti a raggiungere un compromesso con Bruxelles.

Le discussioni vanno intensificate a livello politico, ha dichiarato oggi davanti ai media la presidente della commissione Tiana Moser (Verdi liberali/ZH) dopo l'incontro odierno col presidente della Confederazione, Guy Parmelin, e il suo collega di governo, Ignazio Cassis, titolare del dossier.

Gli aspetti dell'intesa sui quali finora non è stata trovata una soluzione soddisfacente per Berna riguardano le misure fiancheggiatrici a tutela dei salari, gli aiuti di Stato, e la direttiva sulla cittadinanza europea che agevolerebbe per esempio il ricorso agli aiuti sociali per i cittadini Ue.

La maggioranza della commissione vuole accompagnare il governo nelle trattative, ha aggiunto il vice presidente della CPE-N, Laurent Wehrli (PLR/VD). "Bisogna avere speranza dal momento che la posta in palio è troppo importante per la Svizzera e la sua economia", ha spiegato.

Una minoranza della CPE-N crede invece che le differenze con l'Ue sui punti contestati siano tropo importanti e che i negoziati andrebbero invece interrotti.

Uscendo dalla seduta di commissione, il ministro degli esteri Ignazio Cassis, ha sostenuto che le discussioni sono state buone, ma che prima di prendere posizione il Consiglio federale sentirà anche i membri dell'omologa commissione degli Stati.

Venerdì scorso, l'atteso sblocco dello stallo sull'accordo istituzionale non c'è stato. Guy Parmelin, al termine dell'incontro a Bruxelles con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che così com'è la Svizzera non avrebbe siglato l'accordo, pronto dal 2018, ma sul quale il governo ha chiesto ulteriori chiarimenti. Per l'Ue, invece, non è possibile come chiesto dalla Confederazione separare i punti controversi dall'intesa. Bruxelles avrebbe già fatto diverse concessioni e non intende fare marcia indietro.

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