Svizzera

Tra i ragazzini raddoppio di tentati suicidi: c'entra la pandemia

Più del doppio dei tentativi di suicidio tra bimbi e adolescenti rispetto al 2019 registrati dal Kinderspital di Zurigo: la maggior parte ha meno di 12 anni.

Più della metà sono femmine. Il problema riguarda tutte le classi sociali
11 aprile 2021
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Al pronto soccorso del "Kinderspital" di Zurigo l'anno scorso sono giunti più del doppio di bambini e adolescenti che hanno tentato il suicidio rispetto al 2019. Secondo il responsabile degli psicologi della clinica pediatrica la causa è principalmente la pandemia di coronavirus. Non ci sono ancora dati scientifici che lo dimostrino, precisa lo psicologo Markus Landolt in un'intervista pubblicata oggi dalla Nzz am Sonntag. Ma la connessione è altamente probabile.

Nel 2020, 49 bambini o adolescenti sono stati ricoverati al pronto soccorso dopo tentativi di suicidio, rispetto ai 22 dell'anno precedente. E per l'anno in corso le cose non sembrano andare meglio. Secondo Landolt, 21 tra adolescenti e bambini sono già stati ricoverati dopo tentativi di suicidio, quasi quanti in tutto il 2019. “Si sta arrivando a un punto critico“, dichiara il medico zurighese. La maggior parte di coloro che giungono al pronto soccorso ha almeno 12 anni, secondo Landolt, e più della metà sono femmine. Le ragazze interiorizzano i problemi molto più dei ragazzi, spiega lo psicologo: questi ultimi sono più propensi a reagire all'esterno, per esempio con l'aggressività. I ragazzini che tentano il suicidio provengono da tutte le classi sociali.

Situazioni famigliari difficili

È deprimente quello che i bambini raccontano, riferisce Landolt. “Molti descrivono situazioni familiari assai difficili, raccontano di gravi conflitti e violenze. Ma ci sono anche quelli che hanno paura di perdere il contatto con la scuola o di non essere in grado di soddisfare le alte aspettative dei loro genitori. Per i più grandi si tratta anche di paure per il futuro, per esempio di non trovare un apprendistato. Altri ancora sono socialmente esclusi e vittime di bullismo“.

“La pandemia intensifica i fattori che potrebbero portare a tentativi di suicidio”, afferma Landolt: per esempio la solitudine, la tristezza e le paure per il futuro. Le persone colpite non vedono altra via d'uscita.

Molte malattie psicosomatiche

Secondo il medico, anche il numero di ricoveri di bambini e adolescenti con disturbi psicosomatici è aumentato significativamente all'ospedale pediatrico di Zurigo durante la seconda ondata della pandemia. I casi nel periodo dallo scorso novembre a questo marzo sono stati quasi tre volte superiori a quelli dello stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta di sintomi per i quali non si possono trovare cause fisiche. “Alcuni hanno dolori così forti che non possono più andare a scuola e sono fortemente limitati. Altri sviluppano disturbi dissociativi, cioè improvvisamente non sentono più il loro corpo correttamente o in alcuni casi non possono più muovere singole parti del corpo", riferisce Landolt.

Sono saliti pure i casi di ragazzini affetti da disordini alimentari: il numero di ricoveri nella seconda metà del 2020 è più che raddoppiato rispetto all'anno precedente, da 21 a 45. Alcuni di questi disturbi alimentari potrebbero avere esito letale.

Landolt si preoccupa anche della cura dei bambini e degli adolescenti dopo la dimissione dall'ospedale. “È praticamente impossibile trovare posti per un trattamento psicoterapeutico di follow-up. La situazione è catastrofica”, conclude.

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