Svizzera

‘Violati i diritti umani nelle carceri svizzere’

Il duro rapporto della Ong Humanrights.ch: ‘Situazione al di sotto degli standard minimi richiesti dall'Onu’

Le sbarre di un carcere svizzero (Keystone)
31 marzo 2021
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Le condizioni di detenzione in Svizzera violano i diritti umani, in particolare per quanto riguarda la detenzione preventiva, la segregazione in cella, l'assistenza medica e il trattamento di detenuti con malattie psichiche. Lo afferma la Ong Humanrights.ch.

Stando a un rapporto del Centro svizzero di competenza per i diritti umani (Csdu), in questi ambiti la Svizzera viola gli standard minimi dell'Onu per il trattamento di persone detenute, noti anche come "Nelson Mandela Rules" (Nmr), scrive la Ong in una nota.

Benché non siano giuridicamente vincolanti, le norme Nmr costituiscono una linea guida politicamente significativa per le autorità, il potere giudiziario e il legislatore, sottolinea Humanrights.ch.

Il rapporto del Csdu critica in particolare il fatto che la cosiddetta "segregazione cellulare" (Art. 78 del Codice penale) sia utilizzata in Svizzera come standard nella detenzione preventiva e spesso come punizione disciplinare nell'esecuzione di sentenze e misure. Questo avviene nonostante il fatto che il corpo medico sia concorde nell'affermare che la segregazione ha effetti negativi sulla salute dei detenuti.

‘Punizioni degradanti’

I detenuti considerati pericolosi vengono inoltre spesso isolati a tempo indeterminato nelle unità speciali di alta sicurezza. Secondo il Csdu, "la segregazione cellulare per una durata indeterminata costituisce in ogni caso una violazione al divieto della tortura e delle punizioni disumane o degradanti". Secondo Humanrights.ch, le varie forme di segregazione devono essere esaminate a fondo. I politici e le autorità devono garantire che questa pratica, ritenuta dannosa per la salute, sia usata solo come ultima ratio e per un periodo il più breve possibile.

Il Csdu critica peraltro la mancanza d'indipendenza del personale sanitario che si occupa dei detenuti. Il servizio sanitario è infatti integrato nell'organizzazione gerarchica degli istituti penitenziari, piuttosto che nel sistema della sanità pubblica. Si chiede inoltre alle autorità di intensificare gli sforzi per garantire che i problemi di salute mentale siano trattati in modo appropriato quando i prigionieri sono privati della loro libertà. Questo soprattutto in riferimento alle misure terapeutiche stazionarie previste dall'articolo 59 del Codice penale svizzero. Le misure stazionarie, previste per le persone che soffrono di gravi turbe mentali, interessano attualmente quasi una persona su cinque detenuta in un penitenziario svizzero, scrive Humanrights.ch.

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