È stata inoltre approvata, con 123 voti a 15, la legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo
L'UDC lascia libertà di voto in merito alla legge Covid-19 in consultazione il prossimo 13 giugno. "No" scontato, invece, alla revisione della legge sul CO2 e alle due iniziative popolari sui pesticidi. "Sì", infine, alla legge sulle misure di polizia.
"La legge Covid-19 è sovraccarica e affronta temi non legati tra di loro come gli aiuti economici e la delega di ampi poteri decisionali al Consiglio federale", ha detto il presidente Marco Chiesa in occasione dell'assemblea dei delegati, che si è svolta on-line. Pone però le basi per il sostegno alle imprese in difficoltà, che i democentristi vogliono indennizzare. Per questo motivo ha chiesto di lasciare libertà di voto, decisione ratificata dai delegati con 80 voti contro 64 e 19 astenuti.
Parlando da Neuchâtel, Chiesa ha accusato il governo di "spingere la Svizzera alla rovina politica e finanziaria, di distruggere migliaia di posti di lavoro e di formazione, di compromettere l'esistenza di interi rami professionali, di privare gli svizzeri di prospettive e di generare un mostruoso debito sulle spalle di un'intera generazione".
"Da dove vengono le decine di miliardi che vengono spesi in modo così disinvolto?", si è chiesto Chiesa. "Non può continuare così". Il presidente dell'UDC ha anche accusato l'esecutivo di incoerenza nelle sue decisioni, che oltre a distruggere l'economia danneggiano la salute della popolazione. "C'è confusione ovunque si guardi", ha sostenuto.
Da parte sua, il consigliere federale Ueli Maurer ha detto che nelle settimane e mesi a venire non ci saranno allentamenti significativi delle misure restrittive in vigore: questi verranno fatti in modo graduale. Il ministro delle finanze ha poi detto di rendersi conto di quanto sia difficile "per le decine di migliaia di famiglie che non hanno più un reddito sufficiente per pagare le loro fatture".
Per lo zurighese, che si è espresso dal Bernerhof, sede del suo dipartimento, è comunque importante trovare "un equilibrio tra gli aspetti economici, sanitari e sociali". "Le misure restrittive costano 750 milioni di franchi a settimana, ovvero circa 100 milioni al giorno", ha aggiunto precisando che per rimborsare i debiti ci vorranno da 15 a 20 anni.
"No" a iniziative pesticidi e legge CO2
Con 120 voti a 6, i delegati democentristi hanno poi respinto la legge sul CO2, anch'essa in votazione il prossimo 13 giugno. "È inutile, costosa e assurda", ha sostenuto Chiesa. "Impone costi aggiuntivi alle famiglie, burocrazia alle imprese, causa un aumento dei costi di produzione e danneggia le popolazioni delle zone rurali e periferiche che hanno bisogno dell'automobile per spostarsi".
Il successo del referendum dimostra quanto la legge sia indigesta per i cittadini, ha aggiunto Chiesa, ricordando come la Svizzera sia responsabile del due per mille delle emissioni globali di CO2. Per il ticinese la Svizzera dovrebbe puntare sull'innovazione per gestire le risorse del pianeta.
In merito alle iniziative sui pesticidi, definite da Chiesa "estreme e pericolose", i delegati le hanno bocciate quasi all'unanimità. "Indebolirebbero il nostro settore agricolo e l'offerta di prodotti alimentari sani e locali". Di conseguenza, ha spiegato il presidente UDC, le produzioni indigene costeranno di più e aumenteranno dunque le importazioni di prodotti "di dubbia provenienza". Verrebbe anche indebolita l'autosufficienza.
I delegati hanno infine approvato, con 123 voti a 15, la legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo. Chiesa, citando gli attacchi di Morges (VD) e Lugano (TI), ha affermato che non si può semplicemente "chiudere gli occhi e agire come se la Svizzera potesse sfuggire al terrorismo islamico".
La Svizzera deve essere in grado di difendere le sue istituzioni dall'estremismo. Per farlo sono necessari strumenti che vanno dalla prevenzione alle sanzioni passando dall'informazione. Le misure contenute nella proposta sono proporzionate, ha sostenuto il consigliere nazionale zurighese Mauro Tuena.