È il menù settimanale dello studente svizzero, in contesto pre Covid-19. Aggiungendo lavori domestici, in famiglia e volontariato, le ore salgono a 52.
Poco più di 35 ore di studio, poco meno di 10 ore di lavoro. Si presenta così il menù settimanale durante il semestre degli studenti delle scuole universitarie svizzere. Tre quarti di essi esercitano un'attività professionale, che costituisce il 39% delle entrate mensili. È quanto emerge dall'indagine sulla situazione socioeconomica degli studenti realizzata nel 2020 dall'Ufficio federale di statistica (Ust). I risultati si riferiscono a un contesto precedente la pandemia di Covid-19 e sono in linea con l'ultimo calcolo del 2016. Settimanalmente, gli universitari dedicano 35,4 ore allo studio e 9,7 al lavoro. Aggiungendo anche lavori domestici, familiari e attività di volontariato, complessivamente il computo è di 52,0 ore. L'impegno in termini di tempo tende ad aumentare con l'età, passando dalle 48,4 ore per gli studenti sotto i 20 anni alle 60,8 per quelli over 35.
Il 73% del campione interpellato - 26'685 soggetti - esercita un'attività professionale parallelamente al percorso formativo. Il 68% di essi presenta un grado di occupazione al massimo del 40%. Pure in questo caso, più cresce l'età dell'interessato e più sale la probabilità che abbia anche un lavoro, così come il suo grado di occupazione. Gli studenti di università e politecnici (69%) si "sdoppiano" meno rispetto a quelli delle scuole universitarie professionali e delle alte scuole pedagogiche (79%).
Per quel che concerne le entrate mensili, la parte del leone la fa il sostegno assicurato dalla famiglia (52%), seguito dai soldi guadagnati col lavoro (39%). La fonte di reddito principale si sposta dai genitori verso l'attività professionale man mano che gli anni passano e lo studente invecchia, con il sorpasso che avviene nella fascia d'età 26-30. Inoltre, riporta l'UST, chi ha almeno uno fra mamma e papà in possesso di un diploma di scuola universitaria può contare su un maggiore aiuto economico familiare.
I contributi alla formazione incidono invece meno sul budget: borse di studio e prestiti corrispondono in media al 4% delle entrate. Nel semestre primaverile 2020, il tasso di studenti che hanno inoltrato una domanda per ricevere contributi si è attestato al 27%, nel 43% dei casi con esito positivo.
Capitolo alloggio, il 41% degli studenti dichiara di vivere a casa dei genitori, il 21% con degli inquilini, il 18% con il partner e il 10% da soli o in una struttura per studenti. La situazione abitativa varia comprensibilmente molto a seconda dell'età.
Fra i giovani fino ai 20 anni infatti, il 58% sta dai genitori e solo l'1% con la fidanzata o il fidanzato. Invece, tra gli studenti che hanno già compiuto 35 anni, il 4% è ancora in casa, mentre il 73% abita con il proprio partner. Inoltre, la quota di chi vive con coinquilini scende dai 30 anni in poi.