Costi della salute ancora su del 1,25% per Sasis (Santésuisse) nel 2020. Lo stop delle operazioni non urgenti per il Covid non ha fatto risparmiare ovunque
I premi di cassa malati ancora più su, la fattura rischia di lievitare ancora, come anticipa oggi la SonntagsZeitung, analizzando le cifre raccolte dalla società di analisi di dati Sasis, di Santésuisse.
Nel 2020 le prestazioni dell’assicurazione di base sono aumentate di 430 milioni, arrivando a 34,6 miliardi. Di questi (secondo Santésuisse) circa 350 milioni sono direttamente legati alla crisi sanitaria innescata dalla pandemia. Inoltre i conti non sono definitivi, infatti ci vanno aggiunti i costi indiretti della pandemia.
Inoltre il coronavirus non ha frenato, come invece si sperava, la crescita dei costi della salute, o almeno non lo ha fatto ovunque in Svizzera. Lo stop alle operazioni non urgenti ha rallentato la crescita dei costi della salute, che nel 2020 è stata dell’1,25% (con grosse variazioni tra Cantoni, in Ticino ad esempio questi costi sono scesi del 2%, ad Argovia invece sono aumentati del 3,13%), contro il 3% di media degli ultimi anni. “La pandemia continua, si devono aggiungere i costi delle vaccinazioni ed ora si stanno recuperando le operazioni non urgenti rinviate. Questo porta a notevoli costi”, commenta sul domenicale Verena Nold, la direttrice di Santésuisse.
Non è proprio il momento per nuovi aumenti. L'Unione sindacale svizzera (USS) ha presentato oggi le sue priorità. "Rinforzare la solidarietà è un'assoluta necessità", ha affermato. Versamento di 500 franchi agli assicurati e prolungamento dell'indennizzo disoccupazione: per affrontare le sfide che pone il 2021.
Garantire gli impieghi e compensare le perdite del potere d'acquisto registrate lo scorso anno fanno parte delle principali battaglie per quest'anno, ha sottolineato l'USS. La crisi legata al coronavirus ha generato "conseguenze devastanti per il mondo del lavoro" e tocca particolarmente le persone dai redditi più bassi, evidenzia l'associazione in un comunicato.
La sottoccupazione dovuta al lavoro ridotto, la disoccupazione e la carenza di lavoro sono a livelli molto alti. Senza lavoro ridotto e indennità per perdita di guadagno la situazione sarebbe ancora più catastrofica, ha dichiarato il capo economista dell'USS Daniel Lampart, citato nella nota. Le economie domestica con basso reddito iniziano questo nuovo anno con riserve ridotte al minimo.
L'USS fa quindi appello per una "evoluzione dinamica dei salari e un incremento delle rendite" per compensare la flessione del "potere d'acquisto reale" dei lavoratori e dei pensionati. Altre lotte verranno intraprese per un versamento a ogni assicurato di 500 franchi presi dalle riserve delle casse malattia, un miglior finanziamento della sanità pubblica e un prolungamento delle rendite disoccupazione.
Secondo l'organizzazione, la situazione era già difficile prima del coronavirus, con premi delle casse malati in costante aumento e la stagnazione dei salari. La dipendenza dai mercati finanziari ha fatto scendere le rendite, con un calo del potere d'acquisto. Uno dei problemi più rilevanti è la forza del franco, che rende difficoltoso il lavoro nel settore dell'export. L'USS in questo ambito chiede interventi più decisi da parte della Banca nazionale svizzera (BNS).