Svizzera

Servizio civile, nel 2020 meno ammessi, ma più giorni di servizio

Calo del 13,7% delle richieste accettate, a causa anche della diminuzione degli istituti di impiego per i civilisti

(Keystone)
15 gennaio 2021
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Un minor numero di persone ammesse al servizio civile - 5254, in flessione del 13,7% su un anno -, ma un maggior numero di giorni d'impiego a causa della pandemia: è la fotografia del 2020 pubblicata oggi dall'Ufficio federale del servizio civile (CIVI), da cui risulta una diminuzione degli istituti d'impiego, ossia di quegli attori che fanno capo ai civilisti per alleggerire il rispettivo carico di lavoro.

Nel 2020, i civilisti hanno prestato circa 1,7 milioni di giorni di servizio (2019: 1,66 mio.). Il numero definitivo di giorni di servizio prestati verrà pubblicato tra circa due mesi nel rapporto di gestione del CIVI.

Sui 5254 civilisti ammessi, 2927 richiedenti (56%) hanno presentato domanda prima di iniziare la scuola reclute, 731 (14%) durante la formazione di base e 1596 (30%) dopo il suo adempimento. Non sono disponibili analisi sicure sui motivi di questo calo, precisa il comunicato.

Il numero di istituti d'impiego a fine anno era di 4785 (2019: 4911). I collaboratori specializzati del CIVI hanno svolto 768 ispezioni (2019: 1102). Questa contrazione è riconducibile alle restrizioni di accesso dovute al coronavirus e alla prudenza con i contatti sociali secondo le regole volute dalle autorità. In diversi casi è stato possibile eseguire le ispezioni a distanza.

Va ricordato che, nel giugno 2020, il parlamento ha bocciato una revisione della legge sul servizio civile volta a rendere più difficile il passaggio a questo servizio da parte dei soldati, non più disposti ad indossare la divisa. Stando al progetto uscito dalle deliberazioni, ai soldati che dopo la scuola reclute avessero chiesto di passare al servizio civile (33% delle ammissioni secondo i dati dell'anno scorso) avrebbe dovuto venir imposto un periodo di attesa di dodici mesi.

Secondo la maggioranza di destra in parlamento, tale misura avrebbe dovuto rendere più difficili i passaggi al servizio civile. Da anni l'esercito denuncia infatti questa situazione, lamentandosi di essere a corto di soldati e graduati. Spesso i soldati che passano al servizio civile una volta conclusa la scuola reclute lo fanno in relazione alla loro carriera professionale o per praticità, a detta di chi ha sostenuto la riforma in aula. Il servizio civile è però stato istituito per chi non può prestare servizio militare per motivi di coscienza.

Oltre al periodo di attesa, la revisione contemplava anche l'aumento a 150 del minimo di giorni di servizio da prestare e l'applicazione pure a sottufficiali e ufficiali del fattore 1,5 (vanno svolti una volta e mezzo i giorni di servizio militare). Lo scopo? Rendere più difficile il trasferimento dall'esercito al servizio civile. La sinistra alle camere si era battuta contro questo inasprimento, minacciando il referendum. Il "no" del parlamento durante le votazioni finali ha reso superfluo far uso di questo diritto costituzionale.
 
 

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