Svizzera

Gli svizzeri vogliono più pratiche amministrative in digitale

Il 67% degli intervistati vorrebbe la possibilità di presentare le denuncie alla polizia online. E un terzo si sposerebbe in videoconferenza

(Ti-Press)
28 dicembre 2020
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Il 70% circa della popolazione svizzera auspica che le autorità offrano più servizi in forma digitale. Quasi il 75% non ha tuttavia intenzione di pagare per accedere a questi servizi.

Stando a un sondaggio pubblicato oggi dalla società di consulenza Deloitte, l'80% degli intervistati vorrebbe poter pagare una multa per divieto di sosta con il pagamento senza contatto e l'82% è favorevole alla vignetta autostradale elettronica.

Una percentuale simile vorrebbe inoltre poter scambiare dati e informazioni con le autorità e le amministrazioni pubbliche in modo completamente elettronico.

Sempre stando al sondaggio, più di tre intervistati su quattro (78%) sono favorevoli al voto elettronico. La possibilità di presentare una denuncia online alla polizia è accolta favorevolmente dai due terzi (67%) degli intervistati. E un terzo (34%) sarebbe anche disposto a sposarsi in videoconferenza.

Pur auspicando più servizi digitali, la stragrande maggioranza della popolazione (tra il 70% e l'80%) non è pronta a pagare per accedervi. Ci sono comunque differenze a seconda del tipo di servizio.

Mentre pochi intervistati sarebbero disposti a pagare per avere una firma elettronica, una vignetta autostradale o per il voto elettronico, una piccola maggioranza (51%) lo farebbe per ordinare un passaporto o una carta d'identità.

La popolazione auspica peraltro offerte digitali armonizzate per tutta la Svizzera. Secondo l'indagine, la crisi del coronavirus non ha intaccato la fiducia nei servizi digitali esistenti. Al contrario, la fiducia è addirittura aumentata tra i giovani e nelle grandi città.

La protezione dei dati e la sicurezza informatica sono tuttora fonte di grande apprensione tra gli scettici, osserva ancora Deloitte. Di ciò si dovrebbe tenere conto in vista della votazione federale del prossimo 7 marzo relativa al referendum contro la cosiddetta identità elettronica, ossia la Legge federale sui servizi d'identificazione elettronica (Legge eID).

Per questo sondaggio, effettuato nella seconda metà di maggio, sono state interrogate 1500 persone di età compresa tra i 16 e i 64 anni che vivono in Svizzera. Il sondaggio - scrive Deloitte - è rappresentativo.

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