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‘Qualcosa sta cambiando nel paesaggio politico svizzero’

Imprese responsabili, ‘straordinaria mobilitazione’ contro Governo, Parlamento ed Economiesuisse. L’analisi di Chantal Peyer del comitato d’iniziativa.

(Keystone)
29 novembre 2020
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Chantal Peyer, membro del comitato d’iniziativa e responsabile del dossier ‘imprese e diritti umani’ di Pain pour le prochain. Cosa non ha funzionato nella Svizzera tedesca?

Abbiamo raggiunto la maggioranza del popolo. Siamo riusciti a convincere il 50,7% di cittadini malgrado l’opposizione del Consiglio federale, del Parlamento e di Economiesuisse. È un risultato storico, che dimostra come nella popolazione vi sia una presa di coscienza e una volontà di cambiare le cose.

La ‘società civile’ è ormai un attore centrale del processo politico.

Sì. In questi anni abbiamo assistito a una mobilitazione straordinaria, che mai si era vista prima. L’iniziativa è stata sostenuta da 130 Ong, mille volontari, 450 comitati locali. È il segnale che qualcosa sta cambiando nel paesaggio politico in Svizzera: di fronte alle sfide ambientali, sociali e sanitarie che ci attendono nei prossimi anni, la popolazione è pronta a mobilitarsi se ha l’impressione che il Consiglio federale e il Parlamento non fanno abbastanza e che Economieuisse resta sorda alle preoccupazioni delle cittadine e dei cittadini.

Troppa aggressività, l’aver forse trascurato i cantoni svizzero-tedeschi, ecc.: avete qualcosa da rimproverarvi?

Abbiamo fatto tutto quel che potevamo. Sapevamo che la maggioranza dei cantoni poteva essere decisiva, per cui abbiamo accordato la giusta attenzione anche a questo aspetto. Eravamo consapevoli che per noi sarebbe stato più difficile, perché come Ong nei piccoli cantoni della Svizzera centrale siamo meno presenti. La campagna era inedita, per durata, dimensione e soggetto. Al centro abbiamo posto l’equilibrio tra l’essere umano e l’economia, una questione che sta alla base del nostro contratto sociale. Normale, quindi, che avrebbe suscitato una grande emotività. Va detto però che le polemiche sono state particolarmente virulente nella Svizzera tedesca. Soprattutto nelle ultime tre, quattro settimane, gli oppositori l’hanno messa sul piano legale, con denunce contro le chiese, le Ong. Il tutto per sviare l’attenzione dalla vera posta in gioco, per evitare di discutere delle questioni di fondo. 

Perché il controprogetto non vi piace?

Perché non permetterà di risolvere i problemi concreti sul terreno. Adesso dal Consiglio federale e dal Parlamento ci aspettiamo che riflettano a obblighi di diligenza per i settori riconosciuti come “ad alto rischio” (materie prime, agrochimica, ecc.). Il Consiglio federale dovrà anche adeguarsi all’evoluzione in corso a livello europeo. Nel 2021 l’Ue dovrebbe infatti adottare una nuova legge con un obbligo di diligenza esteso e un meccanismo di responsabilità civile.

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