Svizzera

Covid e condizioni di lavoro, le donne le più insoddisfatte

Lo rivela un sondaggio di Travail.Suisse. Sovraccaricati i settori a maggior presenza femminile come l'assistenza e il sociale. Luci e ombre sul telelavoro

(Ti-Press)
26 novembre 2020
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L'epidemia di coronavirus, a livello di condizioni lavorative, ha allargato il fossato esistente fra uomini e donne, con queste ultime che sono le grandi perdenti della crisi. È quanto emerge dal barometro in materia di Travail.Suisse, secondo cui inoltre l'home office è generalmente visto come un'arma a doppio taglio.

Donne ancora più penalizzate

Già prima dell'avvento del Covid-19, indica l'organizzazione in una nota odierna, i voti assegnati dalle donne alle proprie condizioni di lavoro erano inferiori a quelli degli uomini. Tale discrepanza si è ingigantita nel 2020, arrivando più che a raddoppiare.

Settore sanitario particolarmente toccato (in generale)

Ciò si può spiegare con il sovraccarico di lavoro che ha colpito settori essenziali, come il commercio al dettaglio, l'assistenza e il sociale. Si tratta infatti di ambiti dove vi è una grande proporzione di donne. La sanità appare comprensibilmente la più danneggiata dalla situazione, essendo stata la sola a ricevere punteggi tutti più bassi in confronto al 2019.

"Il settore della sanità protegge le nostre vite, ma è uno dei perdenti. Migliori condizioni per il personale infermieristico sono necessarie con urgenza", afferma, citato nel comunicato, l'ex consigliere nazionale (PS/BE) e ora presidente di Travail.Suisse Adrian Wüthrich.

Telelavoro

Altro effetto, questa volta indiretto, del coronavirus, il telelavoro lascia un sapore agrodolce ai salariati. Da un lato vengono apprezzati il fatto di non dover più percorrere il tragitto casa- ufficio e la calma che regna fra le proprie mura, dall'altro l'essere sempre raggiungibili e l'accorciamento, se non l'abolizione, delle pause sono visti negativamente.

I problemi più percepiti

In generale, la sesta edizione del barometro sulle condizioni di lavoro confezionato da Travail.Suisse mostra che i problemi principali per gli impiegati sono lo stress, la scarsa influenza sugli orari e l'assenza di sostegno alla formazione. Circa la metà degli stipendiati (51,4%) dubita di poter trovare un posto analogo in caso di licenziamento, mentre il 40% ritiene la propria retribuzione poco appropriata o assolutamente inadeguata alla prestazione professionale fornita.

C'è anche qualcosa di buono

Non tutto è però grigio: il sondaggio porta a galla anche qualche miglioramento rispetto al passato. Per esempio, la crisi del Covid sembra aver perfezionato la comunicazione interna con i datori di lavoro. Essi sono globalmente considerati onesti e degni di fiducia da parte dei dipendenti interpellati nel quadro dell'indagine.

Il sondaggio, precisa Travail.Suisse, è stato effettuato diversi mesi fa, fra metà giugno e inizio luglio. Per realizzarlo sono stati sollecitati circa 1500 impiegati rappresentativi del mercato del lavoro elvetico e provenienti da tutte le regioni.

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