Svizzera

'Cure intense piene in cinque giorni'

È quanto ha affermato oggi Virginie Masserey, responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica

(Keystone)
3 novembre 2020
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Secondo le proiezioni la Svizzera rischia di arrivare al limite dei posti in cure intense fra cinque giorni. È quanto ha detto oggi a Berna Virginie Masserey, responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Attualmente circa il 45% dei letti in terapia intensiva è occupato da pazienti malati di Covid-19, ha aggiunto Masserey, sottolineando che si assiste a un'evoluzione rapida della situazione. In diversi cantoni si osserva un nuovo stop delle operazioni non urgenti negli ospedali e nelle cliniche.

Preoccupano le persone a rischio

Le persone vulnerabili devono proteggersi, ha ribadito l'esperta, precisando che la tendenza è sempre la stessa: a essere particolarmente a rischio sono gli anziani e le persone con malattie pregresse. Oltre gli ottant'anni il rischio aumenta notevolmente, ma già per le persone al di sopra dei 50 e dei 60 anni il decorso della malattia può essere pericoloso. In questo senso, preoccupano anche i focolai nelle case di cura.

Secondo Masserey, attualmente "ci sono riserve" e nei reparti di terapia intensiva si mantiene ancora il 27% di capacità. Tuttavia, la task force scientifica ha stimato la scorsa settimana che se i numeri continueranno a crescere come ora, questi reparti saranno pieni fra cinque giorni. La responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell'UFSP ha però assicurato che al momento - anche grazie alle riserve dell'esercito - sono disponibili respiratori a sufficienza.

Infezioni in leggero rallentamento

Al giorno d'oggi è ancora presto per vedere gli effetti delle misure adottate dal Consiglio federale lo scorso mercoledì, ha spiegato Masserey, ma si assiste a una leggero rallentamento delle nuove infezioni. L'incidenza varia da cantone a cantone e attualmente è in particolare la Romandia a essere più in difficoltà.

Il numero delle ospedalizzazioni solitamente cresce a distanza di un paio di settimane dall'aumento dei nuovi contagi, ha invece affermato il presidente dell'organizzazione mantello dei medici cantonali, Rudolf Hauri. La situazione attuale, dopo l'incremento dei casi nelle ultime settimane, rispecchia questa tendenza.

Contact tracing sotto pressione

Riguardo al contact tracing, il medico cantonale di Zugo ha spiegato che attualmente il sistema di tracciamento nei vari cantoni è sotto pressione a causa dell'elevato numero di nuovi contagi. Ciò porta anche a un aumento del numero di persone in quarantena.

Nonostante le numerose richieste di esclusione da tale misura, Hauri ha chiaramente spiegato che non è possibile approvarle. C'è tuttavia la possibilità, per gli operatori sanitari o le persone che lavorano nei servizi sociali, di andare a lavorare seguendo determinate misure di protezione. "Ma non è che non siano più in quarantena", ha chiarito il medico cantonale di Zugo.

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