Svizzera

Caso Fifa, Valcke assolto dall'accusa di corruzione

Lo ha stabilito il Tribunale penale federale di Bellinzona. L'ex segretario generale è stato condannato per falsità in documenti e amministrazione infedele

Jérôme Valcke (Foto Keystone)
30 ottobre 2020
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Il Tribunale penale federale di Bellinzona ha assolto oggi l'ex Segretario generale della Fifa Jérôme Valcke dall'accusa di corruzione.

Gli è però stata inflitta una pena pecuniaria sospesa di 120 aliquote giornaliere da 200 franchi per falsità in documenti e amministrazione infedele. Assoluzione invece per i due co-imputati.

L'accusa chiedeva 36 mesi di carcere

L'accusa aveva chiesto per Valcke 36 mesi di carcere, con eventualmente una parte sospesa con la condizionale. Per i co-imputati - il presidente del Paris Saint-Germain Nasser Al-Khelaifi e un uomo d'affari greco - il procuratore federale Joel Pahud aveva chiesto rispettivamente 28 e 30 mesi, sempre in parte con la condizionale, per istigazione all'amministrazione infedele e corruzione.

"Dopo quattro anni di accuse infondate e attentati costanti alla mia reputazione, la giustizia ha finalmente trionfato. Il verdetto conferma che ho sempre agito nel rispetto più rigido del diritto e delle procedure", ha commentato Al-Khelaifi.

La sentenza non è ad ogni modo definitiva e può essere impugnata nei prossimi trenta giorni.

I fatti

Valcke era in particolare sospettato di aver accettato indebiti vantaggi dagli altri due imputati in relazione all'assegnazione dei diritti televisivi per diversi campionati mondiali e altre competizioni Fifa.

Nel 2013 Nasser Al-Khelaifi, proprietario dell'emittente Al-Jazeera e di Bein Media Group, avrebbe promesso a Valcke l'uso esclusivo di una villa in Sardegna, acquistata per lui proprio dal qatariota. "Villa Bianca", del valore di 5 milioni di euro, doveva essere ceduta in piena proprietà al francese dopo due anni, d'intesa tra i due uomini.

In cambio il braccio destro dell'ex presidente della Fifa Sepp Blatter si sarebbe impegnato a fare tutto il possibile affinché Al Jazeera Sports, nel frattempo ribattezzata Bein Sports, ottenesse i diritti per i Mondiali di calcio del 2026 e del 2030 per il Medio Oriente e il Nord Africa. Concretamente, Valcke era accusato di aver avviato trattative direttamente con il gruppo qatariota, senza pubblicare un bando di gara come previsto dal regolamento della federazione.

L'uomo d'affari greco era da parte sua accusato di aver effettuato tre pagamenti per un totale di 1,25 milioni di euro a Sportunited, di cui Valcke era azionista unico. Questi versamenti erano destinati a garantire alla società MP & Silva i diritti televisivi per i Mondiali del 2018, 2022, 2026 e 2030 per l'Italia, così come per diverse altre competizioni.

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