Svizzera

Coronavirus, 'Seconda ondata più rapida e forte del previsto'

A preoccupare è in particolare l'evoluzione dei pazienti in cure intense, che oggi ha toccato quota 100. Seco teme possibili lockdown

20 ottobre 2020
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La seconda ondata di coronavirus è arrivata ed è più rapida e forte del previsto. È quanto hanno sostenuto gli esperti della Confederazione nella abituale conferenza stampa svoltasi a Berna.

Oggi si sono segnalati oltre 3000 casi, 53 ricoveri e otto decessi. «I dati giornalieri però dicono poco, dobbiamo quindi soffermarci sul paragone con la settimana scorsa, quando le cifre erano grosso modo la metà di adesso"», ha detto Stefan Kuster, responsabile per le malattie trasmissibili presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp). A preoccupare sono soprattutto i ricoverati in terapia intensiva, che a livello nazionale ha raggiunto quota 100 a mezzogiorno di oggi, martedì 20 ottobre, e che «sta aumentando in modo rapido», ha commentato Andreas Stettbachler, delegato del Consiglio federale per il servizio sanitario coordinato).

Nelle ultime due settimane il 14% dei tamponi è risultato positivo. Ogni persona malata al momento ne contagia circa 1,6. "Proprio per questo si registra una curva esponenziale", ha spiegato Kuster. L'incidenza della malattia è grosso modo il doppio di quella che attualmente si segnala in Italia.

L'incremento della curva - che secondo l'esperto continuerà nonostante le nuove misure prese - riguarda tutte le fasce di popolazione. A livello geografico la distribuzione dei focolai non è omogeneo. Fra gli ospedalizzati il gruppo più rappresentato è sempre quello degli over 65. 

Una seconda, forte ondata

La seconda ondata è arrivata, dunque. E potrebbe durare a lungo, ha dal canto suo dichiarato senza giri di parole Thomas Steffen, rappresentante dell'Associazione dei medici cantonali della Svizzera. «Siamo attualmente molto impegnati con domande riguardanti potenziali focolai in ospizi, scuole e club sportivi dilettantistici», ha spiegato.

L'umore fra la gente è cambiato negli ultimi giorni, sostiene l'esperto. «Fino a due settimane fa ricevevamo domande piuttosto critiche sulle misure prese, mentre ora prendono contatto sempre più persone preoccupate per la situazione», ha constatato. Molti si sentono frustrati e rifiutano l'idea di un secondo confinamento.

Secondo Steffen, la gente ha imparato dalla prima ondata e non vuole provare le stesse cose. Proprio per questo è più importante del solito informare bene e attivamente la popolazione, in modo che siano tutti pronti ad affrontare la nuova sfida. «Ne usciremo», ha rassicurato.

Economia preoccupata

Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, Segretaria di Stato e direttrice della Segreteria di stato dell'economia (Seco), ha invece sottolineato che l'economia svizzera ha superato il primo semestre meglio del previsto, anche se si tratta comunque di una contrazione doppia rispetto alla crisi del 2009. Alcuni settori sono poi particolarmente in difficoltà, si pensi ad esempio agli eventi.

«La situazione è comunque molto tesa e l'aumento dei casi preoccupa anche l'economia», ha detto. È quindi necessario fare di tutto per tenere la situazione sotto controllo. Tenere bassi i costi della pandemia è fondamentale e per questo sono importanti le misure di protezione decise dalle autorità, ha aggiunto.

«Tutti devono rispettare le regole, ad esempio lavorando in Home Office quando possibile», ha sottolineato. Anche se strumenti come il lavoro ridotto continuano a rimanere disponibili, bisogna fare di tutto per frenare il virus, poiché dei lockdown - anche solo parziali - sono gravemente dannosi per l'economia.

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