Svizzera

Forse uccisa durante un trasferimento la missionaria svizzera

Mali, secondo l'emittente francofona TV5 Monde la donna avrebbe opposto resistenza ai sequestratori e quindi abbattuta

11 ottobre 2020
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La missionaria di Basilea uccisa circa un mese fa in Mali avrebbe opposto resistenza in occasione di uno dei regolari cambi di residenza imposti dai suoi sequestratori. È in queste circostanze che sarebbe stata abbattuta a colpi di arma da fuoco, secondo un giornalista che cita dichiarazioni dell'ostaggio francosvizzera attiva nell'aiuto allo sviluppo Sophie Pétronin, liberata giovedì scorso. Il Dfae non commenta.

Il presunto contesto della morte della basilese è stato rivelato ieri sul canale televisivo internazionale francofono TV5 Monde (finanziato anche dalla Società svizzera di radiotelevisione) dal giornalista Anthony Fouchard. Pétronin gli avrebbe riferito di aver udito degli spari e da allora non ha mai più rivisto la basilese.

Questa versione dei fatti non può essere verificata in modo indipendente. Contattato da Keystone-Ats, il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) oggi non ha voluto commentare le informazioni di TV5 Monde.

A 48 ore da quando la morte violenta della svizzera è stata resa nota, le circostanze del dramma e la localizzazione dei resti del corpo rimangono sconosciute. Non è chiaro neppure perché la missionaria non fosse parte dell'accordo che ha condotto alla liberazione di quattro ostaggi europei e maliani, tra cui Pétronin.

L'annuncio della morte, ad opera del Dfae, risale a venerdì sera. I responsabili del crimine sarebbero membri dell'organizzazione terroristica islamista Jama'at Nasr al-Islam wal Muslim (JNIM), indicava una nota.

La basilese, che da anni lavorava come missionaria a Timbuctù, era stata rapita una seconda volta all'inizio del 2016, dopo che analoga sorte le era toccata nell'aprile del 2012.

L'informazione dell'uccisione era stata fornita nel pomeriggio dalle autorità francesi a quelle svizzere, spiegava il Dfae nel comunicato. Parigi era a sua volta stata informata dell'esecuzione da Pétronin.

Le autorità svizzere, sotto la direzione del Dfae, faranno tutto il possibile per accertare le circostanze esatte del crimine e il luogo in cui si trova il corpo della vittima. Berna tenterà in ogni modo di rimpatriarlo.
 
 

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