Svizzera

Troppo lenta la risposta alle richieste di assistenza giudiziaria

La Commissione federale delle finanze rileva lo scarto tra il numero delle richieste dall'estero e le risorse della giustizia

30 settembre 2020
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Quale piazza finanziaria internazionale, la Svizzera è parecchio sollecitata dalle autorità estere in materia di assistenza giudiziaria, soprattutto per delitti di natura economica.

Benché di solito il lavoro degli inquirenti elvetici venga apprezzato all'estero, il disbrigo delle richieste è ancora troppo lento secondo il Controllo federale delle finanze (Cdf) a causa delle molteplici procedure e dei numerosi attori coinvolti.

Il numero di reati che coinvolgono più Stati è in aumento. Gli scandali di corruzione che coinvolgono la Fifa, Petrobras in Brasile, il fondo sovrano malese 1Mdb e le rivelazioni dei Panama Papers sono solo gli esempi più recenti.

In considerazione dell'importanza della sua piazza finanziaria, la Svizzera fornisce assistenza giudiziaria più spesso di quanto la richieda. Ogni anno riceve almeno 2'300 domande di assistenza da altri Stati. Le autorità straniere lodano in generale la qualità del lavoro svolto dai procuratori svizzeri, ma lamentano la lentezza del sistema, precisa un rapporto del Cdf.

In media, una richiesta di assistenza giudiziaria viene evasa in 290 giorni, a fronte dei 154 giorni in media che ci impiegano gli altri Paesi per sbrigare una domanda inoltrata dalla Svizzera. In dieci casi su quindici, la Confederazione tratta le richieste che riceve più lentamente degli Stati con cui collabora.

Piccole procure oberate

Il problema, secondo la Cdf, risiede nella moltitudine di attori e nella complessità delle procedure. L'assistenza giudiziaria è di competenza federale e l'Ufficio federale di giustizia (Ufg) è responsabile della sua vigilanza.

Tuttavia, le 26 procure cantonali, il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) e altre autorità amministrative federali sono responsabili dell'esame delle richieste provenienti dall'estero. Le richieste di assistenza giudiziaria possono essere inoltrate direttamente da procuratore a procuratore tra gli Stati europei o da un'autorità centrale all'altra. Vengono utilizzati anche i canali diplomatici.

A causa del sistema vigente nella Confederazione, gli inquirenti delle piccole procure cantonali poco abituati a questo tipo di richieste - e dove viene evaso l'88% dei dossier - si trovano rapidamente in difficoltà quando devono trattare un caso complesso. Da qui le lunghe procedure e anche gli errori, tali a volte da rendere impossibile l'assistenza. Ciò spiega anche i numerosi ricorsi al Tribunale penale federale contro le decisioni delle procure cantonali.

Capita anche che procuratori di diversi Cantoni ordinino misure per lo stesso caso che è stato loro trasmesso per via diretta, senza che l'Ufficio federale di giustizia ne sia stato informato. Il CDF ritiene che una migliore comunicazione eviterebbe lo spreco di risorse e l'aumento del numero di ricorsi.

Un altro problema emerso dall'analisi è che la Svizzera concede un diritto di ricorso specifico nei casi di assistenza internazionale, procedura che nessuno Stato, ad eccezione del Lussemburgo, applica. Tuttavia, questo diritto viene spesso utilizzato dai richiedenti per guadagnare tempo. Il Tribunale penale federale può impiegare dai tre ai sei mesi per decidere sul ricorso prima di inviare le prove richieste.

Risorse insufficienti

Il Cdf rimprovera inoltre all'Ufficio federale di giustizia di non utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per far avanzare le procedure. L'Ufg concede sovente scadenze generose alle autorità esecutive prima che le procedure vengano rilanciate.

Inoltre, secondo il Cdf, l'ufficio federale non ha investito risorse sufficienti per predisporre un sistema di controllo efficace. L'Ufg accumula le funzioni esecutive e di vigilanza, in particolare per le domande provenienti dagli Stati Uniti, ciò che ne indebolisce la posizione nei confronti delle autorità esecutive, in quanto esso è giudice e parte in causa contemporaneamente.

Per porre rimedio alla situazione, il Cdf raccomanda di rivedere la legge sull'assistenza giudiziaria per semplificarla e aggiornarla. Le funzioni esecutive e di controllo devono essere separate. Occorrerebbe anche introdurre il principio di opposizione e disciplinare meglio i collegamenti tra le varie basi giuridiche.

Le richieste complesse di assistenza andrebbero gestite da autorità sufficientemente esperte. La vigilanza deve essere più coerente e tempestiva nei rapporti con le autorità preposte all'applicazione della legge.

Le misure per agevolare l'assistenza internazionale adottate dal Parlamento nel quadro della legge antiterrorismo durante la sessione autunnale dovrebbero porre rimedio ai ritardi nella trasmissione delle informazioni.

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