Svizzera

Protezione dei dati, legge vicina al traguardo

Il Consiglio nazionale ha dato il primo via libera sul principio della cosiddetta 'profilazione ad alto rischio'

(foto Keystone)
24 settembre 2020
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Berna - Dopo tre anni di dibattiti, la revisione della legge sulla protezione dei dati è vicina al traguardo. Il Consiglio nazionale ha approvato oggi - con 134 voti a 42 - il principio di profilazione ad alto rischio, come proposto dalla conferenza di conciliazione, evitando di affossare l'intero progetto. Il dossier torna agli Stati.

Nei precedenti dibattiti, la maggioranza borghese della Camera si era opposta con forza a regole più severe in materia di profilazione, ossia il trattamento automatizzato di dati degli utenti per valutare alcuni aspetti personali, ciò che consente di creare modelli di comportamento e profili di personalità. La usano ad esempio i commerci online che analizzano il comportamento di navigazione degli utenti e poi formulano raccomandazioni per l'acquisto.

Udc, Plr e gran parte del gruppo di centro hanno a lungo sostenuto che non dovrebbero essere fissate restrizioni in questo ambito, temendo conseguenze negative per l'economia. La sinistra, insieme ai Verdi liberali e ad alcuni esponenti degli altri gruppi, hanno invece difeso la soluzione degli Stati, una sorta di via di mezzo che prevede una protezione particolare per i cittadini contro alcuni di tipi profilazione con elevati rischi per la personalità o i diritti fondamentali.

Oggi il Plr e i partiti di centro sono tornati sulla loro decisione e hanno appoggiato la proposta di compromesso, che garantisce la certezza del diritto mantenendo un livello di protezione dei dati equivalente a quello attuale.

La legge riveduta viene così adattata alla digitalizzazione. Oggi, grazie ai dati sugli spostamenti, è possibile vedere chi incontra chi, quando, in quale momento e dove. Queste informazioni meritano una protezione speciale, ha affermato a più riprese Balthasar Glättli (Verdi/Zurigo).

Durante tutti i dibattiti, l'Udc e il Plr hanno fatto tutto il possibile per mantenere al minimo gli obblighi per le aziende. Al contrario, la sinistra e Verdi liberali hanno sottolineato la necessità di proteggere gli utenti e i loro dati, a volte senza successo.

La sinistra ha pure minacciato di non approvare il disegno di legge nella votazione finale se non fosse stato specificata la questione della profilazione. L'Udc si è sempre opposta a quello che considera un mostro burocratico. La ministra di giustizia Karin Keller-Sutter ha da parte sua avvertito che un fallimento della legge avrebbe danneggiato soprattutto le aziende.

Equivalenza con le norme europee

La revisione della legge mira a ottenere il riconoscimento da parte dell'Unione Europea (Ue) dell'equivalenza nella protezione dei dati. Nell'Ue, il 25 maggio 2018 è entrato in vigore il nuovo regolamento generale sulla protezione dei dati. La Svizzera aveva tempo fino al 20 maggio per allinearsi.

Senza l'equivalenza, le imprese avrebbero dovuto dimostrare di garantire la protezione dei dati caso per caso. Per evitare questa dispendiosa prospettiva, la legge contiene diverse disposizioni per conformarsi agli standard europei.

Grazie alla revisione i cittadini saranno meglio protetti e informati. Le persone i cui dati saranno trattati dovranno essere maggiorenni. Ci sarà inoltre un elenco di dati considerati sensibili e le aziende saranno soggette ad alcuni nuovi obblighi.

La legge rafforza anche i poteri dell'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza. A chi viola la legge possono essere inflitte multe fino a un massimo di 250'000 franchi. Solo le persone fisiche potranno essere sanzionate. Le aziende solo in casi ben definiti.

A titolo di confronto, l'Ue infligge multe fino a 10 milioni di euro per violazioni del diritto europeo e fino a 20 milioni di euro per le imprese.

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