Svizzera

Schengen, ‘no’ alla partecipazione alla banca dati allargata

Alleanza contro natura tra Udc e Verdi al Consiglio nazionale. Preoccupazioni convergenti sui nuovi adeguamenti previsti.

(Keystone)
17 settembre 2020
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Berna – Il Consiglio nazionale, grazie all'insolita alleanza tra UDC e Verdi, spalleggiati dall'astensione del partito socialista, ha respinto oggi (79 voti a 74 e 38 astensioni) il progetto di legge volto ad adeguare il diritto elvetico agli ultimi sviluppi del Sistema di informazione Schengen (SIS).

Nel corso del dibattito sull'entrata in materia, combattuta dagli ecologisti, è stata più volte sottolineata l'importanza di Schengen per la sicurezza del Paese e la necessità di estendere la cooperazione ad altri settori per contrastare il terrorismo, ma anche per proteggere i minori da rapimenti da parte di un genitore o da possibili violenze come le mutilazioni genitali.

Per i sostenitori del progetto governativo, sarebbe impensabile oggi per le forze di polizia e le guardie di confine lavorare senza potere accedere al sistema SIS, sollecitato in media ogni giorno dalle autorità elvetiche 350 mila volte.

I Verdi e l'UDC hanno espresso preoccupazione per i nuovi adeguamenti Schengen, ma per ragioni opposte. Per gli ecologisti, Schengen sta diventando un sistema sempre più tentacolare e repressivo volto a criminalizzare i migranti, per esempio procedendo alla schedatura di persone entrate illegalmente, infrangendo così le disposizioni internazionali - in particolare le Convenzioni di Ginevra - che vietano la criminalizzazione di azioni simili.

Insomma, gli attentati terroristici degli ultimi anni hanno causato una svolta repressiva nella politica degli stranieri e d'asilo sia in Europa che in Svizzera, trasformando il Continente europeo in una "fortezza" chiusa sul resto del mondo.

In particolare, gli ecologisti si sono detti preoccupati per la protezione dei dati, alla luce anche del fatto che ben 2 milioni di persone nello spazio Schengen hanno accesso al sistema SIS con tutti i pericoli di abuso che ciò comporta. Nel 2018, per esempio, la Gran Bretagna si è appropriata illegalmente di milioni di dati contenuti nel sistema, scambiandoli con gli Stati Uniti e dando mandato a IBM di trattarli a suo nome.

È anche noto il caso di uso politico delle informazioni ivi contenute. La Polonia, per esempio, ha negato l'accesso nello spazio Schengen a un'attività dei diritti umani particolarmente critica con governo di Varsavia.

Il PS, favorevole al sistema Schengen, si è dichiarato scontento però per gli inasprimenti al diritto degli stranieri apportati dal governo sulla base degli sviluppi del diritto europeo in materia, aggiungendo che senza correttivi su determinati aspetti del progetto, come chiesto dai Verdi, si sarebbe astenuto al voto finale, dimostrandosi di parola alla resa dei conti.

I democentristi, ostili di principio a Schenge e a tutto quello che "sa" di europeo, chiedevano invece il rinvio del progetto al Consiglio federale, temendo che le disposizioni europee avrebbero reso più difficile l'espulsione di stranieri indesiderabili.

Chiamata in causa, la ministra di giustizia e polizia, Karin Keller-Sutter, ha rassicurato che il disegno di legge non avrà ripercussioni su questo aspetto. La proposta UDC di rinvio al governo, e quella di non entrata in materia dei verdi, sono state respinte.

Quanto ai timori espressi dal campo rosso-verde, la consigliera federale ha sostenuto che divieti d'entrata per stranieri sono già oggi possibili per vari motivi, anche in caso di soggiorno illegale. La normativa non intacca a suo avviso il principio internazionale del "non respingimento" per le persone in pericolo di vita. Il progetto, ha affermato, "non ha nulla a che vedere con l'asilo"

Quanto alle persone a carico dell'assistenza, la Segreteria di Stato della migrazione può, come già accade adesso, rifiutare l'ingresso a uno straniero, ma non "deve" per forza farlo. Il principio di proporzionalità viene quindi rispettato, a parere di Karin Keller-Sutter.

Quest'ultima ha poi specificato che, alla luce di quanto accaduto in passato, l'Ue ha apportato miglioramenti in merito alla protezione delle informazioni raccolte nelle sue banche dati. In futuro dovrebbero venir inseriti nel SIS dati biometrici, tra cui profili del DNA di persone scomparse e impronte digitali di persone sospette. Anche gli stranieri di Stati terzi residenti in situazione irregolare nello spazio Schengen verrebbero censiti dal SIS.

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