Svizzera

Oltre le previsioni l'andamento dell'economia svizzera

La valutazione intermedia del gruppo di esperti della Confederazione. Il calo del PIL sarà più contenuto di quanto prospettato a giugno

Ti-Press
10 settembre 2020
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L'andamento dell'economia svizzera supera le previsioni. È la valutazione intermedia del gruppo di esperti della Confederazione, che pubblicherà le sue prossime previsioni il 12 ottobre 2020. Una valutazione che prende spunto dagli ultimi dati del prodotto interno lordo (PIL), relativi al secondo trimestre: “Dopo la fine del lockdown, l’economia si è ripresa più rapidamente rispetto alle previsioni formulate a giugno. Per quanto riguarda il 2020, la crescita economica potrebbe quindi rivelarsi meno negativa di quanto pronosticato”, si legge in una nota stampa del Consiglio federale.

Dopo essere sceso del 2,5 per cento nel primo trimestre, durante il secondo trimestre 2020 il PIL ha fatto registrare un calo dell’8,2 per cento: “Si tratta del più forte crollo delle attività economiche degli ultimi decenni. Tuttavia, se paragonate alla situazione internazionale, le conseguenze della crisi in Svizzera rimangono al momento solo modeste. L’allentamento relativamente rapido delle misure di politica sanitaria ha permesso all’economia di riprendersi considerevolmente già a partire da fine aprile”.

Stando agli indicatori ora disponibili, i tempi di ripresa potrebbero rivelarsi più rapidi di quanto non prospettato in giugno, sebbene molti settori non siano ancora tornati ai livelli del periodo pre crisi. È il caso del commercio estero, il quale è aumentato notevolmente a partire da maggio. Inoltre, le cifre relative ai fatturati del commercio al dettaglio e ai pagamenti elettronici sembrano indicare che, dopo la riapertura degli esercizi commerciali, i consumi privati sono ripartiti più velocemente rispetto a quanto ipotizzato a giugno e quindi l’impatto sulla media annuale nel 2020 potrebbe essere meno negativo. Inoltre, fino ad ora, il mercato del lavoro ha usufruito meno di quanto previsto della possibilità del lavoro ridotto; dopo la fine del lockdown, l'aumento della disoccupazione si è stabilizzato e il tasso di disoccupazione destagionalizato è cresciuto lentamente.

PIL, un calo meno brusco, se non vi saranno ulteriori ondate di Coronavirus

“Se l’andamento del PIL continuerà a seguire questo trend – specifica il Consiglio federale –, nel 2020 subirà probabilmente un calo meno brusco rispetto alle previsioni di giugno (−6,2 per cento). In questo caso, il calo del PIL dovrebbe attestarsi attorno al −5 per cento. Ciò corrisponde essenzialmente allo scenario positivo pubblicato dalla SECO. La media annuale del tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi sotto il 3,5 per cento (previsione di giugno 2020: 3,8 per cento) a condizione che non vi siano ulteriori ondate di coronavirus o misure restrittive particolarmente severe né a livello nazionale, né da parte d'importanti partner commerciali”.

Le incertezze per il 2021

Nei prossimi mesi, le perdite di reddito, la grande incertezza e alcune misure di protezione potrebbero pesare sulla ripresa economica della Svizzera e di altri Paesi. “La crescita del PIL nel 2021 potrebbe dunque venire frenata (previsione di giugno 2020: +4,9 per cento corretto dall’effetto degli eventi sportivi). Inoltre, i rischi rimangono straordinariamente alti. La combinazione tra una nuova ondata di coronavirus e ulteriori restrizioni delle attività economiche dovute a misure di politica sanitaria pregiudicherebbe ancora una volta la performance dell'economia. Dopo il recente aumento del numero di contagi, alcuni Paesi hanno deciso d'inasprire certe misure (ad esempio restrizioni di viaggio e la chiusura temporanea di determinate attività). Se la situazione dovesse peggiorare, è probabile che la domanda estera torni a scendere”.

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