Dopo la parentesi alla Bernexpo i parlamentari sono rientrati oggi a Palazzo federale, tra strette misure di prevenzione contro il coronavirus
In parlamento (quasi) come alla posta. O come quando per telefonare si andava in una cabina pubblica. Oggi il legislativo svizzero è rientrato a Palazzo federale dopo la parentesi alla Bernexpo. Parentesi voluta per riuscire a mantenere le distanze interpersonali imposte dall'attuale situazione pandemica e non possibili nelle stanze in cui si riuniscono Consiglio nazionale e Consiglio degli Stati. Distanze che, evidentemente, non è stato possibile ricavare in questi mesi all'interno di Palazzo. Motivo per cui gli scranni sono stati muniti di barriere in plexiglass per isolare ogni posto. L'uso delle mascherine è inoltre fortemente consigliato in tutto l'edificio.
Sia la presidente del Consiglio nazionale, Isabelle Moret (Plr), che del Consiglio degli Stati (Ps), Hans Stöckli, hanno esortato i presenti a fare del loro meglio per evitare di contagiarsi affinché le camere possano rimanere in grado di decidere.
"Molti di voi volevano tornare a Palazzo federale dopo la parentesi a Bernexpo, ma come potete vedere, il coronavirus non è scomparso, tutt'altro", ha dichiarato Stöckli. "Nel nostro sistema democratico, la sessione è una necessità", ha spiegato il "senatore" bernese. Si tratta solo di "abituarsi a questi piccoli acquari in plexiglas", ha affermato la Moret.