La direzione del Ppd vuole cambiare nome al partito

Berna – La direzione del PPD svelerà domani ai media, convocati a Berna per il tardo pomeriggio, il nuovo nome del partito e il logo rinnovato. L'ultima parola l'avrà però la base, che avrà tempo un mese per esprimersi.

In settembre, ha spiegato a Keystone-ATS la portavoce del PPD Salomé Steinle, tutti i membri della formazione potranno dire la loro. Il risultato della consultazione dovrebbe essere conosciuto a fine ottobre.

Sulla base di un sondaggio pubblicata a fine giugno commissionato dal partito, la denominazione "Die Mitte" ("Il Centro") sarebbe risultata la più attraente per il maggior numero di affiliati. I non membri del PPD hanno dichiarato in maggioranza di sostenere la denominazione "Freiheit und Solidarität" ("Libertà a solidarietà").

La modifica del nome del partito potrebbe sfociare nell'abbandono del riferimento cristiano presente nella denominazione in francese (Parti démocrate-chrétien) e tedesco (Christlichdemokratische Volkspartei), ma non in italiano. Grazie a questo passo, il presidente del PPD, Gerhard Pfister, spera di invertire la rotta, agevolando anche l'alleanza con il Partito borghese democratico (PBD).

I risultati della consultazione interna sul nome saranno vincolanti per tutti gli organi del PPD. Per quanto riguarda l'alleanza col PBD, una decisione deve essere adottata prima dello scadere del 2020, una volta noti i risultati della votazione interna.

Sul tavolo la questione principale è quella legata al nome: numerosi elettori vorrebbero stralciare il riferimento cristiano - la famosa "C" - presente in francese e tedesco. Il dilemma se fare a meno del referente cristiano occupa da anni il Partito popolare democratico svizzero.

Secondo alcuni sondaggi, la "C" nel nome è un handicap per il partito e l'associazione al cristianesimo non aiuta, soprattutto gli elettori all'esterno del partito.