Svizzera

Controprogetto del Consiglio federale all'iniziativa per i ghiacciai

Il Dipartimento dell'ambiente rileva che l'abbandono totale di combustibili fossili non è ancora praticabile

2 settembre 2020
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No a un divieto di principio dei combustibili fossili, sì invece alla riduzione delle emissioni di CO2 il cui saldo entro il 2050 dovrà essere pari a zero. È quanto si propone il Consiglio federale che oggi ha inviato in consultazione fino al 2 di dicembre il controprogetto diretto all'iniziativa popolare "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)".

Il controprogetto, elaborato dal Dipartimento dell'ambiente (Datec), persegue lo stesso obiettivo dell'iniziativa popolare circa la riduzione delle emissioni a effetto serra.

Tuttavia, precisa una nota governativa odierna, alcuni aspetti dell'iniziativa per i ghiacciai sono problematici: la proposta di modifica costituzionale prevede che, a partire dal 2050, non sia più possibile immettere sul mercato svizzero combustibili o carburanti fossili (p. es. petrolio, gas, benzina o diesel). Sarebbero possibili deroghe per applicazioni per le quali non esistono alternative tecniche.

Un'esigenza quest'ultima che l'esecutivo contesta sia per ragioni di sicurezza nazionale che di sostenibilità economica, ma anche per motivi legati alla particolari condizioni delle regioni di montagna e periferiche.

Il controprogetto stabilisce quindi in un nuovo articolo costituzionale che la sicurezza nazionale non debba essere compromessa. Esercito, polizia o servizi di salvataggio devono, se necessario, poter utilizzare carburanti fossili per le operazioni di protezione e di soccorso.

Quale complemento alla sostenibilità sociale, il controprogetto integra nella carta fondamentale anche la situazione particolare delle regioni discoste. Queste zone sono generalmente meno ben servite dai trasporti pubblici e beneficiano di condizioni di accesso meno favorevoli ai sistemi di approvvigionamento energetico come ad esempio il teleriscaldamento.

L’iniziativa per i ghiacciai, depositata il 27 novembre 2019 dall’Associazione svizzera per la protezione del clima con oltre 110 mila adesioni, chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta quantità di gas serra superiori a quelle che possono trattenere i pozzi di assorbimento naturali e tecnici.

Poiché in Svizzera il potenziale di stoccaggio permanente del CO2 effettivamente realizzabile è limitato a causa delle condizioni tecniche, economiche, ecologiche e sociali, il controprogetto lascia in sospeso la questione se nel 2050 le emissioni di CO2 residue dovranno essere compensate mediante pozzi di assorbimento nella Confederazione o all’estero.

Oltre all'Associazione svizzera per la protezione del clima, fondata nel 2018, il testo dell'iniziativa è sostenuto da organizzazioni ambientaliste, chiese e ricercatori, nonché da esponenti di tutti gli schieramenti politici, compreso quello borghese.

L'Iniziativa per i ghiacciai vuole sensibilizzare la politica sugli obiettivi dell'Accordo di Parigi, che devono essere iscritti nella Costituzione.

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