Svizzera

No ai vitalizi arretrati agli ex Consiglieri federali

La Commissione delle finanze raccomanda di non dare seguito alla richiesta del povero Christoph Blocher

2 settembre 2020
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Nessun versamento retroattivo di pensioni agli ex membri del Consiglio federale, come richiesto di recente dall'ex "ministro" di giustizia e polizia, l'imprenditore miliardario Christoph Blocher, stratega dell'Udc e da molti osservatori considerato ancora il "deus ex machina" del partito.

È la raccomandazione della Delegazione delle finanze delle Camere federali (DelFin), secondo cui una simile eventualità, peraltro non regolata da una norma precisa, costituirebbe un precedente per tutti i magistrati e cozzerebbe contro il principio di parsimonia, secondo il quale il Consiglio federale e l'Amministrazione devono impiegare i fondi pubblici in modo economico. Questo principio si applica anche al versamento di pensioni ai magistrati, sottolinea una nota odierna dei servizi parlamentari.

A inizio luglio, indiscrezioni giornalistiche poi confermate dal diretto interessato, sostenevano che Blocher avesse chiesto gli arretrati del suo vitalizio (2,7 milioni di franchi) al quale aveva rinunciato nel 2007, quando venne estromesso dal governo per far posto a Eveline Widmer-Schlumpf. Il Consiglio federale aveva poi approvato la sua richiesta, passando però il dossier alla Delegazione delle finanze del parlamento per una valutazione.

Finora le rendite non sono mai state versate retroattivamente ai magistrati in Svizzera. Il governo aveva fatto sapere inoltre di voler disciplinare giuridicamente la questione dei vitalizi retroattivi per il futuro.

Nessuna base legale

La DelFin ha quindi proceduto a una valutazione di fondo del sistema delle pensioni di consiglieri federali, giudici federali ordinari e cancellieri della Confederazione, occupandosi in particolare delle leggi che regolano la retribuzione e la previdenza professionale dei magistrati, nonché della retroattività del diritto alle pensioni e del loro versamento a posteriori.

Stando alla DelFin, precisa il comunicato, gli ex magistrati hanno diritto a una pensione vitalizia direttamente dopo aver lasciato la carica. A differenza della rendita di una cassa pensioni, però, la pensione è un'indennità che viene corrisposta all'ex magistrato per i servizi resi. È destinata a consentire una vita conforme alla sua posizione dopo la cessazione del mandato. Si tratta insomma di un istituto particolare - "sui generis" - e non di una previdenza professionale sotto forma di assicurazione.

La legge e l'ordinanza in questione non contengono alcuna disposizione per il caso in cui un magistrato non faccia valere il proprio diritto a percepire la pensione direttamente dopo la cessazione del mandato, ma ne richiede il versamento retroattivo.

No a un precedente

Ammettere nel singolo caso un diritto retroattivo alla pensione costituirebbe un precedente per tutti i magistrati. Inoltre, ciò equivarrebbe al ritiro di un capitale risparmiato, come è possibile oggi nel settore della previdenza per la vecchiaia, secondo la DelFin. Per la Delegazione delle finanze, ciò non corrisponde né alla volontà del legislatore né alla natura giuridica della pensione.

Circa il futuro, per evitare situazioni simili, la DelFin si dice d'accordo col Consiglio federale che vuole escludere le richieste di versamento di pensioni non percepite da parte dei membri dell'esecutivo e del cancelliere della Confederazione entrati in carica dopo il primo luglio 2020, sottoponendo eventualmente al parlamento una precisazione delle disposizioni legislative.

Soldi in beneficenza

La richiesta di Blocher non è passata inosservata, con molti politici e commentatori politici che non l'hanno presa bene, anche perché lo zurighese dispone di mezzi liquidi praticamente illimitati.

Il 10 luglio scorso, nel pieno della bufera, Blocher aveva dichiarato sul suo canale online teleblocher.ch di voler dare in beneficenza il vitalizio arretrato. L'imprenditore non aveva però voluto dire a chi avrebbe versato il denaro.

Nella sua settimanale intervista rilasciata dalla sua villa sulla "costa dorata" del lago di Zurigo, l'ex ministro aveva però ribadito di non voler lasciare quei soldi allo Stato.

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