Svizzera

Violentò studentessa nel suo appartamento, 8 anni ed espulsione

La giustizia zurighese ha ridotto di un anno la pena detentiva per un siriano che nel 2018 abusò di una giovane donna nel suo appartamento a Zurigo

(foto: Ti-Press)
25 agosto 2020
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In seconda istanza, la giustizia zurighese ha ridotto di un anno, a otto, la pena detentiva per un siriano, all'epoca dei fatti 32enne, che nel 2018 si introdusse nell'appartamento di una giovane donna a Zurigo e la violentò. Il Tribunale cantonale ha invece mantenuto immutata l'espulsione di 15 anni che, iscritta nel sistema d'informazione dello spazio di Schengen, impedirà all'uomo di fare ingresso in tutta l'area.

I fatti risalgono al 7 settembre di due anni fa. Intorno alle 7.30 l'uomo si introdusse nell'appartamento di una studentessa di 30 anni, nel quartiere della Langstrasse a Zurigo, aggredendola e abusando ripetutamente di lei. La donna era nuda in bagno e si stava pulendo i denti.

"Dev'essere stato orrore allo stato puro" per la studentessa, ha dichiarato il giudice sottolineando il comportamento "sfrontato e senza scrupoli" dell'imputato.

La riduzione della pena rispetto alla condanna emessa lo scorso luglio dal Tribunale distrettuale di Zurigo si deve a "considerazioni di tipo piuttosto accademico", ha riferito il giudice pronunciando la sentenza. Il siriano è stato riconosciuto colpevole di violenza carnale e violazione di domicilio: i reati di coazione sessuale e lesioni personali, di cui era pure chiamato a rispondere, non sono stati sanzionati perché considerati "fenomeni collaterali" della violenza carnale.

La sua confessione, giunta oggi all'improvviso, non ha invece contribuito ad affievolire la pena. Il giudice l'ha giudicata tardiva. L'uomo fino ad oggi aveva ammesso di essere stato nell'appartamento della donna, ma ha sempre contestato la versione della vittima. Affermava che la studente era una sua conoscenza e che questa ha ingigantito tutta la vicenda.

Nel dibattimento odierno il parrucchiere ha invece pure letto una dichiarazione in cui chiede perdono alla donna e afferma di voler fare tutto il possibile affinché torni a stare bene.

Il suo legale ha chiesto una pena detentiva di quattro anni e otto mesi e un'espulsione di sette anni. L'avvocato, pur riconoscendo l'evidente sofferenza della vittima, ha fatto valere che lo stupro non è stato, comparativamente ad altri, segnato da bruta violenza. La rappresentante della studente - quest'ultima assente dal dibattimento - non ha voluto credere al pentimento dell'imputato.

La sentenza non è definitiva, poiché è ancora possibile un ricorso al Tribunale federale.

Il siriano, all'epoca dei fatti richiedente asilo non riconosciuto, stando alle sue dichiarazioni è nato in Siria e prima di arrivare in Svizzera ha vissuto in Turchia, Tunisia e per quasi dieci anni in Italia. È pregiudicato: fra il 2011 e il 2014 ha subito undici condanne in Svizzera, per furti, ma anche per un'aggressione in un centro per richiedenti asilo glaronese. Anche in Italia è stato condannato a quattro riprese per tentate rapine.

Lo stupro del 2018 è avvenuto durante la sospensione condizionale di una precedente condanna. Per questo il tribunale di primo grado lo ha considerato una minaccia per la sicurezza pubblica e ha deciso l'espulsione per un periodo di 15 anni.

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