Svizzera

Coronavirus: le imprese svizzere temono la seconda ondata

Lo rivela un sondaggio della Scuola universitaria professionale di Zurigo. Oltre la metà vede comunuqe migliorare la situazione finanziaria

8 luglio 2020
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Le piccole e medie imprese (Pmi) svizzere temono una seconda ondata della pandemia: il rischio è considerato molto grande (11%) o grande (48%) dal 59% delle imprese interpellate nell'ambito di un sondaggio, mentre per il 29% è piccolo o molto piccolo e il 13% non dà indicazioni.

La maggioranza delle Pmi non si aspetta per contro un nuovo confinamento, afferma una ricerca realizzata dalla Scuola universitaria professionale di Zurigo (Zhaw). Gli specialisti hanno interrogato 480 realtà aziendali fra il 23 e il 29 giugno, periodo in cui il numero di casi di coronavirus è tornato ad aumentare in Svizzera.

Andamento attuale "buono"

Al di là di queste incertezze il giudizio delle Pmi sull'andamento degli affari e sulla loro situazione finanziaria è nettamente migliorato: il 54% ritiene che la domanda dei suoi prodotti o servizi sia buona o molto buona, contro il dato inferiore al 30% rilevato in aprile. La quota di imprese che temono di essere a corto di denaro è scesa da circa un terzo al 21%. Il 54% (-16 punti rispetto ad aprile) prevede tuttora un'evoluzione negativa dell'attività nei successivi dodici mesi e un'azienda su quattro stima che dovrà procedere a licenziamenti: nel precedente rilevamento la percentuale era del 36%.
 
 

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