Svizzera

Svizzera, 'Un secondo picco? Più lento, ma fino a 5'000 morti'

Secondo un modello matematico del Politecnico di Zurigo una seconda ondata (se ci sarà) potrebbe essere più insidiosa. La chiave? Nelle scuole

Durante il primo picco (Ti-Press)
27 maggio 2020
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Utilizzando un nuovo modello matematico, in fase di validazione da parte della comunità scientifica, i ricercatori del Politecnico federale di Zurigo hanno stimato il possibile decorso di un'eventuale seconda ondata di pandemia di coronavirus in Svizzera. Si prevede che potrebbe essere più lento, ma fare più vittime del della prima.

L'ipotesi

Qualora dovesse esserci una seconda ondata in Svizzera, il numero di persone colpite aumenterà più lentamente: la società si mostrerà infatti più cauta nei comportamenti dell'infezione, fa notare il Politecnico. Anche se il numero di riproduzione del virus (ovvero quante persone, in media, ogni ammalato infetterà)  sale di nuovo sopra 1 (ovvero si avvia un processo epidemico), quasi certamente non sarà così alto come a inizio di marzo. Non dovrebbe quindi essere un problema per il sistema sanitario gestire l'ondata.

Salita molto lenta particolarmente pericolosa

"Da un lato questa è una buona notizia, ma può trarre in inganno", rileva l'autore dello studio, Dirk Mohr, professore di modellistica numerica dei materiali presso il Dipartimento di ingegneria meccanica.

Secondo Mohr, una seconda ondata lenta, con un numero riproduttivo di poco più di 1 sarebbe particolarmente insidiosa, perché potrebbe portare a un numero molto elevato di morti stimabili, a dipendenza dei vari scenari, fino a 5'000 .

Senza il collo di bottiglia della sanità, la popolazione potrebbe non percepire la minaccia o potrebbe non comprendere le misure restrittive.

I giovani diffondono il virus più degli anziani

Nei loro calcoli i ricercatori hanno tenuto conto di informazioni dettagliate sulla demografia e sui modelli di contatto specifici per età. È stato dimostrato che in Svizzera i giovani tra 10 e 20 anni contribuiscono fortemente alla diffusione del virus e gli adulti tra 35 e 45 anni forniscono un contributo superiore alla media alla diffusione del virus. Gli anziani, d'altra parte, contribuiscono significativamente meno.

La chiave è nella scuola

Se la probabilità di trasmissione nelle scuole fosse dimezzata, aderendo costantemente alle norme sulla distanza e alle misure igieniche, il numero previsto di decessi aggiuntivi nella popolazione totale diminuirebbe da 5'000 a meno di 1'000, si afferma il rapporto.

Dati della prima ondata come base per le previsioni

Gli scienziati hanno calibrato il loro modello con i dati ufficiali pubblicati dai Cantoni e riguardanti la prima ondata. I ricercatori hanno pubblicato modelli e calcoli, ma lo studio non ha ancora superato il normale processo di revisione scientifica.

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