Svizzera

Premi di cassa malati, liste nere bocciate dagli esperti di etica

Commissione dell'Accademia svizzera di scienze mediche raccomanda ai cantoni di abolirle

(TiPress)
19 maggio 2020
|

Sono 166mila le persone che non pagano i premi delle casse malati in Svizzera. Il loro numero è da anni in costante aumento. In diversi cantoni i morosi - ovvero coloro che non pagano nonostante i richiami delle autorità (oltre 30mila, 4'116 in Ticino a fine 2019) - sono finiti sulle liste nere, privati delle cure mediche all'infuori di quelle urgenti. La questione fa discutere nei legislativi cantonali e anche sotto la cupola di Palazzo federale. Nel dibattito intervengono ora gli esperti di etica in ambito sanitario.

Per la Commissione centrale di etica dell'Accademia svizzera delle scienze mediche (Cce-Assm), le liste nere - adottate da alcuni cantoni per rafforzare la disciplina di pagamento dei 'cattivi pagatori' - non è compatibile con i principi etici della cura e della giustizia e non è nemmeno giuridicamente sostenibile. È quanto scrive la Cce-Assm in una lettera aperta ai servizi medici cantonali, alle direzioni della sanità pubblica, alle società mediche cantonali e all'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), pubblicata oggi.

Violati i principi di beneficenza ed equità

La Commissione raccomanda di evitare liste nere e blocchi delle prestazioni. Si tratta anzitutto di una questione etica. I principi della beneficenza e dell'equità - sottolinea - sono violati quando alcune persone hanno diritto, rispetto ad altre, a meno prestazioni coperte dall'assicurazione di base basata sulla solidarietà, a causa di possibilità finanziarie limitate che non permettono loro di pagare i premi o la partecipazione ai costi. L'esclusione di prestazioni mediche garantite dalla Lamal su scala nazionale "non è giustificata", poiché "il diritto fondamentale all'assistenza in caso d'urgenza (articolo 12 della Costituzione federale) dà un diritto legale alle cure sanitarie".

La Cce-Assm sostiene inoltre che le diverse interpretazioni cantonali del termine 'trattamento d'urgenza' sono ingiuste dal profilo etico e da quello giuridico. Le liste nere e le sospensioni delle prestazioni potrebbero anche avere effetti stigmatizzanti e violare i diritti della persona. Sono uno strumento inadatto per migliorare il comportamento in materia di pagamento e non sono nemmeno adeguati come sistema sociale di allerta precoce.

Effetto coronavirus

L'aumento dei costi sanitari è un problema pressante e si ripercuote sui premi di cassa malati. L'onere finanziario che questi rappresentano per le fasce di reddito medio-basso ha ormai raggiunto una soglia critica, ha dichiarato a febbraio in un'intervista al 'Tages-Anzeiger' il direttore dell'Ufsp Pascal Strupler. Circa il 6,4% della popolazione vive in un'economia domestica che almeno una volta non è stata in grado di pagarli. Lo hanno dimostrato indagini condotte dall'Ufficio federale di statistica e dal Servizio di consulenza in materia di debiti all'inizio del 2019. La Cce-Assm ipotizza che il lockdown legato al Covid-19 abbia aggravato la situazione finanziaria di molti assicurati, aumentando il numero di persone che non possono pagare i premi.

Alla fine del 2019 sette cantoni hanno introdotto la lista nera degli assicurati che non pagano nonostante l'esecuzione: Argovia, Lucerna, Sciaffusa, San Gallo, Turgovia, Ticino e Zugo. I restanti cantoni non hanno mai fatto ricorso a tale strumento o, come è avvenuto di recente nei Grigioni e nel cantone di Soletta, lo hanno abolito perché non ha dato i risultati sperati o si è rivelato troppo oneroso.

La Cce-Assm stima che 166mila persone non paghino i premi della cassa malattia e la partecipazione ai costi, il che porta a oltre 453 milioni di franchi di pagamenti in sospeso all'anno (i cantoni pagano l'85% della somma scoperta, le casse il restante 15%). Nei cantoni sopra citati oltre 30mila persone sono attualmente sulla lista nera e non possono ricevere prestazioni. Turgovia è l'unico cantone che vi include pure i bambini i cui genitori sono assicurati inadempienti. Una prassi inaccettabile che la Commissione centrale di etica dell'Assm giudica inaccettabile, sia eticamente che giuridicamente.

Questione calda

In Ticino la 'black list' è stata sospesa a inizio aprile a causa dell'emergenza Covid-19. Il Consiglio di Stato ha così revocato temporaneamente la sospensione assicurativa degli assicurati morosi, ritenendo "fondamentale consentire l'accesso alle cure sanitarie a tutta la popolazione". Il provvedimento resterà in vigore fintanto che sussisterà lo stato di necessità decretato dal governo cantonale, si legge in una nota del Dipartimento della sanità e della socialità.

Toccherà presto al Gran Consiglio decidere cosa ne sarà in futuro di questo strumento introdotto nel 2011. L'iniziativa parlamentare di Ivo Durisch (Ps) e cofirmatari 'Eliminiamo subito le blacklist nel Canton Ticino' è all'ordine del giorno della seduta di martedì prossimo. La Commissione sanità e sicurezza sociale si è spaccata. Sul tavolo ci sono due rapporti: uno di maggioranza, favorevole al mantenimento della lista nera, firmato dai deputati di Plr, Ppd, Lega e Udc; uno di minoranza, nel quale si auspica una sua abolizione, firmato da Ps e Verdi.

La questione occupa anche le Camere federali. Qui il nodo da sciogliere è quello della definizione di 'urgenza medica' da parte dei cantoni. Il Nazionale ha approvato nell'autunno del 2018 una mozione della sua commissione sanitaria che propone di fare chiarezza, dato che "si sono già verificati eventi problematici" e "vi è stato addirittura un decesso per omissione di soccorso". L'atto parlamentare, che il Consiglio federale propone di accogliere, dovrebbe essere esaminato il prossimo 3 giugno dal Consiglio degli Stati.