Svizzera

Covid-19, 'Non consigliamo ancora di aprire le case anziani'

Koch: 'Rimane il divieto di assembramento e la necessità di distanza sociale'. A fine aprile si prevedono 155mila persone senza lavoro

Daniel Koch (Keystone)
24 aprile 2020
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«Il tempo è bello, ma le grigliate devono attendere se si vuole ritornare a farle durante l'estate». Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp) per il Covid-19, frena gli entusiasmi in vista del weekend di bel tempo che precederà l'inizio delle riaperture decise da Berna da lunedì prossimo. Perché, ha detto durante la conferenza stampa odierna a Palazzo federale, la tendenza dei contagi è sì al ribasso e lo stesso vale per gli intubati («ci vorrà ancora un po' di tempo affinché calino pure il numero di morti giornalieri), ma rimangono fondamentali il divieto di assembramento (sopra le 5 persone) e le distanze sociali. Koch si è detto comunque «molto fiducioso» che gli svizzeri sappiano comportarsi bene in questi primi passi di ritorno alla normalità.

Per quanto riguarda la ripresa del tracciamento dei contatti di chi risulta contagiato, il delegato federale per il Covid-19 ha precisato che l'app attualmente in fase di test sarà solo di appoggio e che il lavoro verrà comunque svolto primariamente dagli uffici dei medici cantonali. Il tracciamento sarà comunque verosimilmente possibile quando il numero di nuovi casi giornalieri scenderà sotto la soglia dei 100 (oggi 181). A quel punto, ha aggiunto Koch, si potrà ragionare su ulteriori riaperture oltre a quelle previste.

'Non aprite ancora le casa anziani'

«Al momento raccomandiamo ancora di non fare visita alle case anziani e case di cura – ha precisato Koch, dopo che in settimana si era avuta un'indicazione di apertura e dopo che alcuni cantoni hanno già deciso di allentare le misure restrittive in fatto di visite –. Ovviamente la nostra richiesta di evitare contatti dall'esterno è una raccomandazione fatta ai cantoni, che possono decidere altrimenti». Sulla questione l'Ufficio federale della sanità pubblica promette di pronunciarsi con più precisone settimana prossima. 

'Nessun pericolo d'infezione dai bambini. Più rischio tra docente e docente'

Koch è pure tornato sul tema della ripresa delle scuole a partire dal prossimo 11 maggio. Eventualità che sta generando più di qualche patema d'animo tra i genitori e, soprattutto, tra i docenti. Il delegato federale per il Covid-19 ha ribadito che «è stato dimostrato come non siano i bambini a trasmettere il virus: addirittura non si ammalano. Accade invece, anche se raramente, che siano i genitori a infettare i bimbi. Per questo ai docenti preoccupati di tornare in classe bisogna dire che non corrono rischi. Semmai il pericolo esiste tra docente e docente».

Come anticipare una seconda ondata?

Seocndo Koch sarà possibile capire se la pandemia riprenderà vigore basandosi su più indici, tra cui quello dei casi positivi e quello dei ricoveri ospedalieri. «Va da sé che il nostro obiettivo ora è di tornare a tracciare i contatti dei contagiati». 

Accettate richieste di lavoro ridotto per 900 mila svizzeri

Sul fronte economico, sono 118mila le aziende svizzere che hanno fatto richiesta di lavoro ridotto per 1,855 milioni persone attive. «Vale a dire per il 33% dei lavoratori elvetici – ha dichiarato Boris Zürcher, direttore della Direzione del lavoro alla Segreteria di Stato dell'economia (Seco) –. Sino ad ora le domande di lavoro ridotto accolte riguardano 100mila imprese, corrispondenti a 900mila impiegati». 

I primi aiuti sono già stati distribuiti, ha precisato Zürcher. «Il fondo di riferimento disponeva di 12,755 miliardi. Il 25 marzo vi sono stati aggiunti 6 miliardi. Ieri sera il saldo residuo era di 6,99 milioni, per cui non siamo ancora pronti a stanziare fondi supplementari»

La disoccupazione cresce, ma anche la curva di chi perde il lavoro si sta appiattendo

L'aumento della disoccupazione a livello nazionale rimane importante: «Ieri sera i disoccupati ammontavano a 131mila – ha precisato Zürcher –.Il 15 marzo, alla vigilia del lockdown, si era a 118mila. In media, quindi, 1'200-1'500 persone al giorno hanno perso l'impiego. Anche questa curva si sta appattendo e prevediamo che entro fine aprile si toccherà quota 155mila disoccupati, il che corrisponderebbe a un tasso di 3,4%. È un incremento mai visto dal sottoscritto».

Piani di protezione 

In vista delle riaperture di settimana prossima, la Confederazione ha nel frattempo pubblicato sul sito backtowork.easygov.swiss i piani di protezione che le imprese saranno chiamate a implementare. «Sono necessari per poter aprire», ha precisato Zürcher, aggiungendo che alcune regole di base varranno per tutti mentre vi sono piani diversi per vari tipi di aziende, «ad esempio per chi è a contatto con i clienti».

Mascherine fai da te da evitare

Il Consiglio federale non prevede, durante la fase di allentamento, un obbligo generalizzato di indossare mascherine. E a chi prevede di risolvere il problema facendosele artigianalmente, Koch ha fatto notare come «il tessuto impiegato potrebbe non offrire alcun tipo di filtro contro il virus e farle risutlare quindi assolutamente inutili».

Mille militi congedati

Continua nel frattempo il disimpegno dell'esercito. Attualmente, ha precisato il brigadiere Raynald Droz, vi sono ancora quattromila militi in servizio di appoggio. «2'800 di questi sono in servizio di appoggio sanitario, mentre 800 uomini di fanteria sono dispiegati alle frontiere e alle ambasciate. Le richieste di intervento da parte dei cantoni sono state 367». Entro la fine della settimana «avremo congedato mille militi. Tutti dovranno comunque rimanere a disposizione ed essere pronti rientrare con un preavviso di 24 ore». Il piano di 'ritirata' prevede che entro il 15 maggio si diminuisca ulteriormetne l'effettivo sul terreno». 

Droz ha poi risposto alle critiche su un presunto impiego troppo elevato dell'esercito: «Quando siamo stati mobilitati la situazione era grave e le informazioni che arrivavano da Italia e Germania erano drammatiche. Non vi era modo di prevedere cosa sarebbe successo da noi. Per fortuna si è riusciti a contenere la curva dei contagi, ma penso che chi si trova sul terreno era ben contento di avere una certa riserva pronta a intervenire immediatamente in caso di necessità».

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