Per René Rossi, ricercatore dell’Empa, le misurazioni effettuate con termometri senza contatto possono essere influenzate da sole, vento e umidità
Gli apparecchi per misurare la temperatura a distanza «non sono abbastanza precisi» Secondo René Rossi, ricercatore presso il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca Empa, queste ’pistole’ o scanner termici non sono lo strumento più adatto per capire se una persone ha la febbre. La loro affidabilità dipende infatti molto dalle condizioni del luogo in cui ci si trova, spiega a ’laRegione’.
Da quando l’epidemia di coronavirus ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo, siamo subito stati confrontati con immagini di persone in fila alle quali, una alla volta, veniva puntata alla fronte una sorta di pistola con l’obiettivo di verificare se avessero la febbre. Ma questi apparecchi, che tra l’altro si possono anche acquistare su internet, sono veramente affidabili per capire se una persona è malata oppure no? «Sia noi, sia altri Paesi hanno nel frattempo effettuato studi» su questo argomento, afferma Rossi.
Partendo da queste ricerche «si può affermare che la temperatura corporea centrale [che normalmente si aggira attorno ai 36 gradi, ndr.] non corrisponde a quella della pelle». E quest’ultima è proprio quella che viene misurata con questi termometri senza contatto. «Essa dipende da diversi parametri: se una persona è esposta al freddo o al sole, allora la temperatura della pelle sarà in un caso più fredda e nell’altro più calda». Insomma, le condizioni atmosferiche come sole, vento o umidità giocano un ruolo significativo.
A ciò va poi aggiunto che ad esempio «anche l’attività fisica» può falsare la misurazione. «Molti studi europei e statunitensi arrivano quindi alla conclusione che queste variazioni sono troppo importanti» per ritenere che si tratti di uno strumento adatto per misurare la febbre. «Vi è infatti il rischio di non riuscire ad identificare un malato o, al contrario, di rilevare la febbre su una persona sana».
In certi casi questi apparecchi possono tuttavia fornire indicazioni «abbastanza precise». Bisogna però trovarsi «almeno da due ore» in una stanza «con condizioni stabili», precisa Rossi: ovvero con una temperatura costante e senza alcuna influenza di fattori esterni. Ciò può essere il caso ad esempio in ospedale. I medici sanno inoltre come interpretare i risultati: conoscono quale è «il limite di precisione dello strumento», riuscendo così a estrapolare dalla misurazione informazioni più o meno precise. Va inoltre detto che la temperatura della pelle in un ambiente «con 20-25 gradi» raggiunge «in media i 32-34 gradi», sottolinea il ricercatore dell'Empa. Si tratta quindi di un valore molto più basso di quello ’normale’ e di ciò bisogna essere consapevoli.
Per misurare la temperatura corporea centrale sono quindi molto più indicati «i termometri da orecchio». Anche questi ultimi però possono essere influenzati dal calore, se ci si trova in un ambiente con «più di 35 gradi». Un valore ancora più preciso viene dato da una «misurazione nel retto». In questo caso però un problema potrebbe essere dato dal fatto che si tratta di una pratica abbastanza «invasiva».
La misurazione della temperatura è anche stata evocata come misura precauzionale nel caso in cui dovessero riaprire alcuni settori economici. Ad esempio il Ceo di Alp Transit Gotthard Dieter Schwank aveva recentemente indicato all’agenzia Keystone-Ats che viene misurata la febbre ai macchinisti e al personale presente sui treni che effettuano i test nella galleria di base del Ceneri. Ci si può poi immaginare che questa pratica venga utilizzata anche ad esempio all’entrata di negozi, supermercati, ristoranti o sui cantieri. In questi casi non sarebbe tuttavia adatto utilizzare i termometri a distanza.
La precisione sarebbe infatti «influenzata dal sole, dal vento o dall’umidità dell’aria», ribadisce Rossi. Inoltre sui cantieri d’estate, anche il «sudore sulla fronte» può falsare il test, visto che l’apparecchio andrebbe a misurare la temperatura delle goccioline e non della pelle.
Va infine ricordato che la febbre è solo uno degli elementi che permette di capire se una persona ha contratto il coronavirus ed è infetta. Vi sono infatti altri sintomi significativi, come le difficoltà respiratorie. A ciò va poi aggiunto che se una persona è malata, ma asintomatica, la misurazione della temperatura non potrà evitare un’ulteriore diffusione del virus. Questo obiettivo si può raggiungere principalmente rispettando le regole di distanza e di igiene emanate dalle autorità federali e cantonali.