Svizzera

'L'adozione di misure di protezione non si può improvvisare'

Deconfinamento, misure anti-contagio, promozione della salute nelle aziende: a colloquio con Michel Guillemin, specialista di igiene sul lavoro

(Keystone)
25 aprile 2020
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Mascherine di protezione, guanti, distanza sociale: le misure tecniche di protezione dal nuovo coronavirus che ci accompagneranno nel periodo più o meno lungo di deconfinamento, potranno fare da volano alla promozione della salute sul luogo di lavoro, parente povero (o meglio, orfano) delle politiche di salute pubblica in Svizzera? È quanto auspica Michel Guillemin, professore onorario dell'Università di Losanna, dal 1995 al 2006 direttore dell'Istituto universitario romando di salute al lavoro (Ist).

Il graduale deconfinamento - con il progressivo rientro nelle aziende di migliaia di collaboratrici e collaboratori - è "un'occasione per riaffermare l'importanza del tema della salute sul lavoro", dice a 'laRegione' lo specialista in igiene del lavoro, premiato nel 2012 col prestigioso 'Lifetime Achievement Award' dall'International Occupational Hygiene Association. Guillemin non si fa però soverchie illusioni sulla lungimiranza di politici e imprenditori. "In Svizzera - constata - non ci si è ancora resi conto che la salute sul lavoro è salute pubblica. La mentalità non è pronta. Probabilmente, una volta passata l'emergenza Covid, ricominceremo con le vecchie abitudini e non affronteremo compiutamente un tema che nemmeno i giornalisti trattano".

A compartimenti stagni

La salute sul lavoro riguarda il 60% degli svizzeri, ossia quella parte della popolazione cosiddetta 'attiva'. Ciononostante, non è mai stata parte integrante delle politiche di salute pubblica, rimanendo per contro confinata nel ristretto quadro definito dalle assicurazioni sociali e dalla Legge sul lavoro.

Non è dunque un caso se "la maggior parte delle malattie legate al lavoro non vengono recensite né riconosciute come tali dalla Suva, poiché non rispondono ai criteri assicurativi stabiliti. Finiscono dunque nel calderone delle malattie generali". Inoltre, "in Svizzera chi fa promozione della salute spesso non lavora assieme a chi fa protezione della salute. E così molti imprenditori continuano a vivere come una 'grana' quest'ultima, non rendendosi conto che si tratta invece di un grande problema". Un esempio virtuoso arriva dal canton Giura. Lì "gli ispettori del lavoro hanno cominciato a fare prevenzione sul coronavirus. Ma altri cantoni - rileva Guillemin - hanno detto 'no: gli ispettori del lavoro non devono occuparsi di Covid, questa è salute pubblica'."

L'emergenza Covid non potrebbe far evolvere le cose? Il nostro interlocutore è scettico. "L'adozione di misure di protezione contro il coronavirus non si può improvvisare. Non basta distribuire mascherine, guanti e raccomandare di rispettare la distanza sociale. Queste misure devono iscriversi in un quadro nel quale l'azienda ha già previsto delle strutture di consulenza alle quali potersi rivolgere". 

'Fate capo ai professionisti'

Per Guillemin, ora "bisognerà continuare a seguire" le raccomandazioni di igiene e di comportamento emanate dall'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) e applicare i piani di protezione settoriali che verranno elaborati in vista della ripresa dell'attività nei vari settori. Nel difficile processo di adattamento del mondo del lavoro alla nuova realtà del coronavirus, imprenditori e lavoratori potranno contare sui professionisti della salute sul lavoro: "I medici del lavoro, con un ruolo decisivo nella diagnosi della malattia e nella prevenzione del contagio; gli specialisti dell'igiene professionale, che ad esempio sanno bene cos'è e come si usa una mascherina di protezione; lo psicologo del lavoro, in grado di rilevare l'impatto della pandemia sul morale dei collaboratori; gli ergonomisti, figure importanti nella riorganizzazione degli strumenti di lavoro e della logistica; le infermiere specializzata nella salute sul lavoro, in contatto diretto con i lavoratori-pazienti; gli specialisti della sicurezza sul luogo di lavoro".

Guillemin è fondatore e presidente dell'Associazione Santé globale & travail, nata nel 2015. Il suo scopo è di "promuovere una visione allargata del lavoro" dove siano affermati "i valori morali ed etici che contribuiscono alla salute fisica, mentale e sociale degli individui e della società". Sul suo sito internet, ha pubblicato di recente una lista delle fonti d'informazione validate sui mezzi di protezione (lavaggio delle mani, disinfezione delle superfici domestiche e di uffici, precauzioni per fare la spesa in modo sicuro, ecc.) contro il Covid-19. L'associazione inoltre mette a disposizione delle aziende un pool multidisciplinare di esperti (info@sante-globale-travail.org).

 

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