Svizzera

Coronavirus, Daniel Koch intravede un miglioramento

Non bisogna però abbassare la guardia. Neppure nelle caserme, dove le distanze sociali 'sono rispettate', conferma il colonnello Smg Daniele Meyerhofer

Daniel Koch (Keystone)
7 aprile 2020
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La situazione «sembra stabilizzarsi» e addirittura «migliorare». È quanto ha affermato oggi ai media a Berna Daniel Koch, delegato dell'Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp) per il Covid-19, facendo il punto sull'emergenza coronavirus. Ciò non significa però che è arrivato il momento di abbassare la guardia: il numero di morti resta comunque considerevole e continua ad aumentare, così come i contagi. Se però nelle scorse settimane, a livello svizzero, eravamo abituati a un incremento di circa mille infetti al giorno, oggi l'Ufsp ne ha riscontrati 'solo' 590 in più rispetto a ieri. Tuttavia, «il problema è ancora lontano dall'essere risolto», ha sottolineato Koch, ricordando l'importanza di continuare a rispettare le regole di comportamento emanate dalle autorità. 

Riguardo alle pressioni di alcune cerchie politiche ed economiche per allentare le misure, Koch ha evidenziato che decisioni in merito possono essere prese solamente dal Consiglio federale e non dall'Ufsp. Ad ogni modo, anche in caso di alleggerimento delle misure bisognerà continuare a monitorare attentamente la situazione, per evitare che l'epidemia riparta improvvisamente.

Distanza sociale rispettata nelle caserme

Durante la conferenza stampa di oggi a Berna, il brigadiere Raynald Droz ha precisato che i militari resteranno in caserma anche durante le vacanze di Pasqua, come in realtà stanno già facendo da tre settimane. E questo per continuare a garantire il loro sostegno in ambito sanitario, aiutando a lottare contro la diffusione del coronavirus. Inoltre, «molti giovani non vogliono rientrare», perché temono di poter contagiare i loro famigliari, ha sottolineato Droz.

Ma in caserma si riesce a rispettare le regole di distanza sociale? Secondo il colonnello Smg Daniele Meyerhofer, comandante delle scuole sanitarie 42 di Airolo, ciò è possibile «grazie a misure semplici ed efficaci», anche se «all'inizio è stato difficile far capire ai nostri giovani che dovevano mantenere le distanze». Nei casi in cui, invece, non è possibile stare lontani due metri, «si devono indossare mascherina e guanti», spiega a 'laRegione. Ciò è ad esempio il caso «sui veicoli (la cui capacità è stata drasticamente ridotta) o quando l'istruzione necessita di un contatto fisico, come con i malati». Per rispettare le regole di distanza sociale e quindi «per aumentare gli spazi, abbiamo anche occupato accantonamenti esterni in diverse località dell’Alta Leventina», precisa Meyerhofer. Inoltre, «nelle camere non ci sono più brandine vicine ed è pure stato aumentato il tempo della distribuzione dei pasti, affinché le persone possano mettersi in fila con almeno due metri di distanza».

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