Svizzera

'La localizzazione di Swisscom non viola la protezione dei dati'

Mister dati: 'Le informazioni trasmesse alla Confederazione in forma anonima, in modo aggregato e almeno con otto ore di ritardo'.

Per capire se la gente continua ad assembrarsi (Ti-Press)
3 aprile 2020
|

Secondo "Mister dati", la trasmissione di informazioni sulla localizzazione dei proprietari di cellulari da parte di Swisscom nell'ambito della lotta contro il coronavirus non viola la protezione dei dati. Le informazioni fornite all'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) sono infatti rese chiaramente anonime.

Anonimità garantita

Sulla base delle spiegazioni fornite dal principale operatore telefonico elvetico e di precedenti colloqui su tali questioni, l'Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza ha stabilito che non è necessario "procedere a un accertamento formale dei fatti", si legge in una nota odierna dello stesso "Mister dati", Adrian Lobsiger. A suo avviso, i dati forniti all'Ufsp sono effettivamente resi anonimi e aggregati.

Per la raccolta dei dati sulla localizzazione, Swisscom, che è nelle mani della Confederazione, utilizza da diversi anni la piattaforma Mobility Insights. Questa consente di elaborare statistiche di gruppo anonime utilizzando dati aggregati per valutare il comportamento della mobilità in Svizzera, spiega Lobsiger nella nota.

Otto ore di scarto

I dati sono forniti "con uno scarto di almeno otto ore", sottolinea "Mister dati". Essi consentono all'Ufsp di verificare se le persone si sono radunate in gran numero, nonostante l'attuale divieto di riunioni di più di cinque persone nello spazio pubblico. Le visualizzazioni riguardano casi in cui almeno 20 persone si sono riunite in un'area di 10'000 metri quadrati (100 metri per 100).

Critiche a Swisscom

Lobsiger ha comunque emesso critiche sulla mancanza di trasparenza del gigante blu. Le informazioni sulla sua collaborazione con l'Ufsp sono infatti rare e difficili da trovare. Swisscom ha reagito allestendo una lista di domande frequenti per il pubblico, indica il comunicato.

I dubbi sollevati il 25 marzo

La questione della protezione dei dati era stata sollevata il 25 marzo in una conferenza stampa a Berna con il "ministro" della sanità Alain Berset, a seguito di un articolo apparso sul giornale Le Temps. Il consigliere federale aveva indicato che le informazioni vengono fornite in forma anonima e con un certo ritardo (aveva menzionato un lasso di tempo di 24 ore, come aveva fatto un portavoce di Swisscom).

Le informazioni di Swisscom confermano che le misure adottate dal governo sono seguite dalla popolazione, aveva dichiarato Berset, e che non si tratta di un monitoraggio individuale in tempo reale.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE