Svizzera

Coronavirus, il nuovo 'ordine' di Berna è: tenere le distanze

Eventi sotto i 1'000 partecipanti: decide il Cantone, che dovrà valutare i rischi con gli organizzatori. Appello ad anziani, malati di diabete e ipertesi

4 marzo 2020
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L'Ufficio federale della sanità pubblica ha aggiornato le proprie raccomandazioni in materia di igiene per meglio proteggere la popolazione dal coronavirus. Fra i consigli relativi ai comportamenti da adottare, vi è ora anche quello di tenere un'adeguata distanza fisica fra le persone, ad esempio quando si è in coda alla cassa o ci si trova in luoghi comuni come al lavoro o durante riunioni. Gli organizzatori di riunioni con numerose persone devono poi essere in grado di contattare i partecipanti in caso di necessità. Il tema è stato affrontato durante l'incontro odierno fra il ministro della salute Alain Berset e i responsabili cantonali della sanità (presente per il Ticino il consigliere di Stato Raffaele De Rosa). Una certa distanza dalle altre persone era importante per proteggere i più vulnerabili. Le altre raccomandazioni rimangono valide: lavatevi bene le mani ed evitate di stringere le mani, starnutire e tossire in un fazzoletto o nell'incavo del braccio, e rimanete a casa se avete la febbre o la tosse. Gli ambulatori medici e i reparti di emergenza devono essere contattati telefonicamente.

Tutti i Cantoni uguali

I rappresentanti della Confederazione e dei Cantoni hanno approfondito le varie misure di protezione. Obiettivo, fornire ai Cantoni indicazioni chiare. Già venerdì scorso il Consiglio federale aveva emanato un'ordinanza che vietava lo svolgimento di manifestazioni con 1'000 o più partecipanti in un'unica sala, mentre gli eventi con meno partecipanti dovrebbero venire valutati caso per caso. Finora i Cantoni l'hanno fatto in modi diversi. Ora, considerata l'evolversi della casistica, è stato stabilito che tutti i Cantoni per le manifestazioni con meno di 1'000 persone devono effettuare una valutazione dei rischi insieme agli organizzatori. Gli organizzatori dovranno insomma prestare attenzione ad alcuni punti, come l'informazione attiva dei partecipanti sulle misure igieniche da applicare. Le persone di età superiore ai 65 anni non dovrebbero partecipare a tali incontri, soprattutto se soffrono di diverse malattie. In definitiva, i Cantoni decidono se la manifestazione può essere effettuata o meno. Inoltre eventi off limit (questa la raccomandazione) per chiunque sia malato. Gli organizzatori devono poi essere in grado di contattare i partecipanti in caso di necessità. Berna non fissa un limite minimo al di sotto del quale gli organizzatori possano evitare ogni controllo; evoca comunque una cifra di 150, che vale sia per le riunioni private che per quelle pubbliche.

Trasporti pubblici, supermercati, scuole, cinema, università

Per questi luoghi in cui s'incontrano numerose persone, attualmente Berna non ha fissato limitazioni, “perché i presupposti sono diversi”, scrive l'Ufficio federale della sanità pubblica: “Nelle stazioni ferroviarie, per esempio, s'incontrano numerose persone, ma gli incontri sono brevi. In treno invece si sta seduti più a lungo accanto a una persona, ma non ci sono più di 1000 persone in uno scompartimento. Inoltre le regole d'igiene e le raccomandazioni di comportamento possono essere attuate più facilmente”. Fin qui i mezzi pubblici, mentre Berna non fornisce spiegazioni per gli altri quattro ambiti. 

Non solo gli anziani

Anche la responsabilità personale deve essere presa in considerazione. Un appello tocca da vicino gli anziani e le persone affette da diabete o da ipertensione arteriosa: a loro viene consigliato di non partecipare ad eventi con tanta gente. Ci sono però eventi ed eventi: non sono considerati a rischio raduni spontanei né i mercati della verdura. Dal canto suo Berset ha cercato di relativizzare gli allarmismi eccessivi. «Non c'è motivo di allarmarsi, ma stiamo comunque prendendo sul serio la situazione. Si tratta di prendere le misure giuste al momento giusto. La cosa più importante è avere il controllo sugli sviluppi, in modo che i gruppi più vulnerabili possano essere protetti al meglio».

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