Svizzera

È riuscito il referendum contro i nuovi caccia

Il Gruppo per una Svizzera senza esercito ha raccolto più di 53mila firme per opporsi all'acquisto

Ti-press
19 febbraio 2020
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Il referendum lanciato dalla sinistra contro l'acquisto di nuovi aerei da combattimento ha raccolto più di 53'000 firme in appena sei settimane. Sarà quindi il popolo ad esprimersi, verosimilmente il 27 settembre.

Il termine per la raccolta delle firme scade il 9 aprile e i promotori intendono continuare fino a quella data, ha annunciato il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSoA).

Lo scorso dicembre il Parlamento ha approvato a larga maggioranza l'acquisizione di nuovi jet e ha autorizzato il Consiglio federale a spendere fino a 6 miliardi di franchi per questo acquisto.

Per gli oppositori le cifre sono incomplete: se si aggiungono i costi di manutenzione, utilizzo e riparazione, si arriva ad un totale di 24 miliardi. Il comitato referendario è convinto che siano necessari aerei per sorvegliare i cieli, ma ritiene che basterebbero gli attuali F/A-18, aerei leggeri e una migliore difesa antiaerea.

L'acquisto di nuovi caccia è sostenuto da UDC, PLR, PPD, ufficiali e organizzazioni economiche. A loro avviso, senza un'aviazione militare l'esercito non è in grado di compiere la sua missione.

Il popolo non voterà né sul modello di aereo né sul numero si velivoli, ma solo sul principio dell'acquisto. Attualmente le autorità stanno ancora valutando i vari tipi di jet che dovrebbero sostituire i 26 Tiger e i 30 F/A-18 dell'esercito. In lizza ci sono il francese Rafale (Dassault), l'europeo Eurofighter (Airbus) e due aerei americani: il successore dell'F/A-18, il Super Hornet di Boeing, e l'F-35A di Lockheed-Martin. Il rapporto di valutazione dovrebbe essere pronto entro la seconda metà del 2020 e la decisione del Consiglio federale è prevista per l'inizio del 2021.

Il primo aereo dovrebbe essere consegnato a partire dal 2025. Nel 2030, una volta completata la nuova flotta, i vecchi F/A-18 e i rimanenti Tiger saranno ritirati.

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