Svizzera

Oltre la metà delle famiglie ticinesi vive con almeno un debito

Simona Bernasconi (Sos debiti): il vero problema emerge quando gli impegni finanziari si accumulano e alla fine del mese non si è in grado di pagare le spese

Quando non si riesce a saldare le fatture (Ti-Press)
19 febbraio 2020
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Arretrati e altri debiti toccano una grande fetta della popolazione. E in Ticino questo fenomeno è ancora più presente. Secondo Simona Bernasconi, responsabile dell’associazione ‘Sos debiti’, il vero problema è quando «si arriva alla fine del mese e non si è in grado di pagare tutte le proprie spese». Bisogna quindi distinguere tra obblighi finanziari, «senza banalizzarli», e sovraindebitamento.

Stando agli ultimi dati (relativi al 2017) pubblicati ieri dall’Ufficio federale di statistica (Ust), in Svizzera il 18,9% della popolazione viveva in un’economia domestica con almeno un arretrato nei 12 mesi precedenti. Si trattava in particolare di ritardi nel pagamento delle imposte o dei premi di cassa malati. In Ticino tale tasso è leggermente superiore e raggiungeva il 21,6%. Questo divario cresce però in modo più importante se si considerano le persone che vivono in una famiglia con almeno un debito: nella Confederazione ciò riguarda più di quattro persone su dieci (42,5%), mentre in Ticino ben più della metà della popolazione (56,5%). L’Ust ha considerato sette tipi di possibili impegni finanziari: oltre agli arretrati, vi è il leasing per un veicolo, debiti contratti presso la famiglia o amici, l’ipoteca sull’abitazione secondaria, fatture di carta di credito insolute, piccoli crediti o crediti al consumo e l’acquisto a rate. Ma perché in Ticino questo fenomeno è più accentuato? Secondo Bernasconi, ciò è dovuto alle condizioni del mercato del lavoro: «Oggi il posto non è più sicuro e non rende più come una volta», afferma a ‘laRegione’. A ciò va poi aggiunto che i dati dell’Ust riguardano il 2017 e nel frattempo «la situazione non è certamente migliorata».

Ad essere indebitate sono dunque «molte persone», conferma la responsabile di Sos debiti, contestualizzando però il fenomeno: «Oggi, ad esempio, chi ha i soldi per comprarsi una casa di tasca propria?». Non molti e quindi si stipula un’ipoteca. «Il problema è quando i debiti diventano talmente tanti che bisogna incastrarli uno con l’altro». In questi casi si arriva spesso a una situazione di sovraindebitamento, ovvero quando «alla fine del mese non si è in grado di pagare» tutte le fatture e le spese.

E infatti l’Ust ha anche rilevato in che misura gli obblighi finanziari colpivano un’economia domestica: a livello nazionale le famiglie con almeno due tipi di debito su sette erano il 18,4%, con tre l’8% e con quattro il 2,8%. In Ticino le percentuali sono nettamente più elevate: il 26,3% delle economie domestiche ha due tipi di debito, l’11,7% ne ha tre e il 5,9% ha un cumulo di quattro tipi di debito sui sette totali.

Ma da una situazione di sovraindebitamento si riesce a tornare indietro? «Sì», afferma soddisfatta Bernasconi, visto che l’obiettivo della sua associazione è proprio quello di aiutare le persone a farlo. «La premessa è però che ci sia un’entrata finanziaria, senza la quale non si può uscire da questa spirale. Oltre a ciò ci vuole tanta buona volontà: bisogna ‘tirare la cinghia’ e farlo richiede molto impegno, sia a livello finanziario, sia a livello emotivo». E anche la solidarietà gioca un ruolo: «Recentemente è arrivato da noi un ragazzo con il datore di lavoro disposto ad aiutarlo. A volte anche gli aiuti esterni sono dunque importanti».

Recentemente è stato pubblicato uno studio, il quale sostiene che moltissimi giovani risparmiano (cfr. ‘laRegione’ di ieri). Per Simona Bernasconi questa è sicuramente una buona notizia. Inoltre, ciò dimostra che la convinzione diffusa che i giovani siano superficiali e che non abbiano un rapporto sano con il denaro «è falsa». Ad esempio, «recentemente due giovani hanno portato i loro genitori qui da noi, chiedendo di aiutarli».

Bernasconi ricorda infine che «il problema dell’indebitamento è trasversale e tocca persone di qualsiasi età». Tuttavia, stando ai dati dell’Ust, le persone maggiormente colpite da questa problematica sono soprattutto le famiglie numerose, i disoccupati e gli stranieri con quote ben oltre il 50%. Questi ultimi sono di conseguenza anche più spesso oggetto di procedure di esecuzioni o di attestati di carenza beni.

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