Svizzera

Votazioni federali, 'No' all'iniziativa sulle pigioni moderate

Si prospetta invece l'approvazione popolare al divieto di una discriminazione basata sull’orientamento sessuale

9 febbraio 2020
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Il popolo svizzero e ticinese ha deciso. Si sono chiuse a mezzogiorno le urne per esprimersi sui quattro temi in votazione, due a livello federale e altrettanti a livello cantonale.

Per quanto riguardo le votazioni federali, stando alle prime proiezioni elaborate dall’istituto demoscopico gfs.bern si prospetta un 'no' all’iniziativa “Per più abitazioni a prezzi accessibili” e un 'sì' al divieto della discriminazione basata sull’orientamento sessuale. 

 

Verso il 'No' all'iniziativa “Per più abitazioni a prezzi accessibili”

La Confederazione e i Cantoni non saranno obbligati a costruire più abitazioni a pigioni moderate. Secondo la prima proiezione dell'istituto gfs.bern, il 58% degli svizzeri respinge l'iniziativa dell'Associazione svizzera degli inquilini. Nei Grigioni l'iniziativa il testo è stata bocciato con il 67,5% dei voti. In Ticino il dato definitivo attesta i contrari al 55,4%. I primi risultati confermano la tendenza e si delinea una spaccatura fra cantoni rurali e urbani. I "no" superano il 60% anche ad Argovia, Glarona, Lucerna, Nidvaldo, nei due Appenzello e a Uri. La stessa tendenza si riscontra in Vallese. A Ginevra invece l'iniziativa è accettata dal 59,8% dei votanti, dopo lo spoglio del 95% dei voti, mentre a Basilea Città i "sì" sono al momento il 59,7%. Pure Vaud e Neuchâtel dovrebbero approvare il testo.

L'omofobia sarà sanzionata come il razzismo

L'omofobia sarà dunque sanzionata come il razzismo. Secondo la prima proiezione dell'istituto gfs.bern, il popolo svizzero dovrebbe accogliere il divieto della discriminazione basata sull'orientamento sessuale con una quota del 62%. In Ticino il "sì" ha raggiunto il 66,8%, mentre nei Grigioni il 58,6%. 

I risultati finali di 16 cantoni confermano il trend, in particolare a Neuchâtel (73,7%), Friburgo (68,41%), Lucerna (59,6%), Zugo e Soletta (entrambi 58,7%). Contrari invece Appenzello Interno (con il 54,1% di no), Uri (51,1%) e Svitto (51,7%).

Stando ai primi risultati parziali nei cantoni più grandi, oltre tre ginevrini su quattro hanno votato a favore, mentre a Zurigo la quota dovrebbe essere superiore al 60%. Nel canton Vaud la percentuale - dopo lo spoglio di tre quarti delle schede - si attesta oltre l'80%.

Nel dicembre 2018 il Parlamento ha votato per estendere la norma antirazzismo contenuta nel Codice penale (articolo 261) che mira a vietare espressamente le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale per proteggere la comunità omosessuale, bisessuale, transgender o intersessuale. Si tratta di una revisione di legge frutto di un'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Mathias Reynard (PS/VS). Un comitato composto in particolare da rappresentanti dell'Unione democratica federale (UDF) e dei Giovani UDC ha lanciato il referendum contro questa modifica legislativa.

'Un magnifico segnale'

Il sostegno popolare alla norma anti-omofobia è un "magnifico segnale" per tutte le persone interessate. È la prima reazione a caldo del consigliere nazionale vallesano Mathias Reynard (Ps), che è all'origine della revisione di legge. Più mesto Marc Früh, dell'Unione democratica federale (Udf) che ha lanciato il referendum contro il testo insieme ai Giovani Udc. "L'odio e la discriminazione non hanno più posto nel nostro Paese", ha aggiunto Reynard ai microfoni della Rts. La sua iniziativa parlamentare in questo senso, depositata nel 2013, ha affrontato un percorso parlamentare lungo sette anni. Früh, nonostante il risultato alle urne, si ritiene invece soddisfatto del fatto che il popolo abbia potuto votare sulla questione. Per un "piccolo partito" come l'Udf, questa è una "vittoria straordinaria", ha indicato alla Rts, lamentando tuttavia il mancato appoggio di altri partiti. 

 

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