Svizzera

Malesseri al Tribunale penale di Bellinzona: 'Ora chiarezza'

Per il consigliere agli Stati Marco Chiesa il dossier è prioritario: 'Stiamo parlando pur sempre del Ticino'. Marina Carobbio: 'Verifica fondamentale'

Il Tribunale penale federale a Bellinzona (Ti-Press)
3 febbraio 2020
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«Nei prossimi mesi avremo un incontro al Tribunale penale federale per discutere della situazione». A dirlo a laRegione è il consigliere agli Stati ticinese Marco Chiesa (Udc). Oggetto di una riunione tanto urgente, e per nulla usuale, è il malumore che sembrerebbe serpeggiare all'interno dei corridoi di Viale Stefano Franscini 7. Malumore che negli scorsi mesi aveva trovato sfogo più volte sulla stampa confederata, con accuse da parte dei fonti interne di lotte di potere, eccessi di spesa, mobbing e sessismo. «Per me questo sarà un dossier prioritario perché si parla comunque del Canton Ticino, anche se solo come sede. Non vorrei che per questo a qualcuno qui a Berna venisse qualche idea balzana», prosegue Chiesa, membro della sottocommissione tribunali della commissione parlamentare della Gestione del Consiglio degli Stati. 

La richiesta della politica

Commissione che, assieme all'equivalente del Nazionale (competenti per l'alta vigilanza), ha recentemente formulato al Tribunale federale la richiesta di espedire una valutazione scritta di quanto sta avvenendo a Bellinzona. Valutazione che dovrebbe essere disponibile entro il 6 aprile.

«Si tratta di una verifica fondamentale, perché il Tpf è un’istituzione importante. E anche i risultati delle nomine di dicembre indicano chiaramente che il parlamento chiede di vederci chiaro», precisa la presidente della deputazione ticinese alle camere e consigliera agli Stati Marina Carobbio (Ps). Il riferimento è all'elezione di Sylvia Frei e Stephan Blättler, entrambe in quota Udc, a – rispettivamente – presidente e vicepresidente del tribunale lo scorso dicembre. Un'elezione rinviata una prima volta a settembre e che ha visto i due ottenere a malapen il 50% e spicci in più di voti favorevoli da parte dell'assemblea federale. 

Verifiche già partite da parte del Tribunale federale

In precedenza (come già anticipato da queste colonne) i due presidenti della Corte di appello e della Corte dei reclami penali (i ticinesi Claudia Solcà e Giorgio Bomio-Giovanascini) non erano stati riconfermati dalle nomine interne. Non era mai successo.

«Benché i fatti pubblicati dalla stampa non siano accertati, il solo trapelare di certe voci dall’interno del Tpf è indice di un malessere», precisa da noi contatto il consigliere agli Stati ginevrino e membro della commissione della Gestione Carlo Sommaruga (Ps)

Nel frattempo il Tribunale federale, quale prima autorità di soveglianza, aveva già avviato sue verifiche il 6 gennaio, La notizia è però tra pelata solo sabato, dapprima anticipata dai quotidiani di Tamedia e poi confermata a KeystoneAts dal portavoce del Tf Peter Josi. Pur non entrando nei dettagli, Josi ha confermato che l’indagine è stata avviata proprio a seguito delle indiscrezioni giornalistiche. Due giorni fa il Tpf ha trasmesso all’autorità di vigilanza le sue osservazioni sulle presunte irregolarità. Queste saranno analizzate questa settimana dalla Commissione amministrativa che intende anche avere colloqui con le persone coinvolte.

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