Studi alla mano sui traumi cranici, due neurologi sollecitano la Federazione svizzera affinché introducano il divieto, come fatto negli Usa
Due noti medici specialisti elvetici chiedono di introdurre in Svizzera il divieto del gioco di testa nel calcio per i bambini. L'auspicio – riportato oggi dalla 'SonntagsZeitung' – scaturisce da un'indagine secondo la quale le frequenti commozioni cerebrali subite da giovani calciatori – sia nell'impatto col pallone, sia fra due teste durante il gioco ravvicinato aereo – favoriscono lo sviluppo della demenza. Il neurologo Peter Zangger – da lungo tempo responsabile della neuroriabilitazione alla clinica Suva di Bellikon e principale specialista di traumi per cranio e cervello – chiede regole più severe nel calcio giovanile per evitare che la testa colpisca il più possibile l'avversario. Andreas Meyer-Heim – capo medico dell'unica clinica svizzera di neuroriabilitazione per bambini e adolescenti ad Affoltern nel canton Zurigo – spiega dal canto suo che i bambini hanno un rischio maggiore di lesioni cerebrali nelle collisioni con la testa avendo il cranio più sottile e muscoli del collo più esili rispetto all'età adulta. Alla fine di ottobre, uno studio scozzese ha inoltre dimostrato che i calciatori muoiono di demenza più spesso dei loro coetanei. Contromisure? Negli Stati Uniti la Football Association ha introdotto nel 2015 la regola secondo cui i bambini fino a 10 anni non possono usare la testa nel gioco del calcio, mentre i bambini fino a 13 anni possono farlo solo in misura limitata. La Federazione svizzera di calcio – interpellata dal domenicale – ritiene che un simile divieto sia esagerato, ma prevede di discutere in gennaio eventuali altri modalità atte a ridurre i danni cerebrali nei bambini e nei giovani.